2014
La Domenica con Lei- Ordinaria amministrazione
La Sampdoria elimina il Brescia e passa al turno successivo di Coppa Italia: tutto come da programma. La gara non è certo un calderone di suggestioni tecnico-tattiche ma sottolinea ancora una volta, se mai ce ne fosse stato bisogno, che il Doria, inidipendentemente dagli interpreti, ha un’ossatura e un’anima tattica ben definita e replicabile in ogni occasione. Il Brescia, poco più di uno sparring partner nonostante la sconfitta di misura, è apparso spaesato e dimesso fin dalle prime battute di gioco. Con questo non voglio dire che la partita è stata una farsa, assolutamente. Il Brescia ha fatto la sua partita, la Samp ha giocato sprazzi di buon calcio e ha vinto senza troppa fatica imponendo la sua personalità e la sua stazza tecnica.
l motivi di maggior interesse della gara sono rappresentati dal debutto, spumeggiante a mio avviso, del giovane Djordjevic, dalla prima rete stagionale di Bergessio e dalla prestazione, dall’aura tremendamente malinconica, di Manolo Gabbiadini. La formazione schierata da Mihajlovic, nonostante l’ampio turnover, ha mantenuto un impianto tecnico e qualitativo di non trascurabile livello (se penso alle formazioni di Coppa Italia del Doria negli ultimi anni questa mi è sembrata di gran lunga più forte). Estremamente positivo, nel suo ruolo di leader del centrocampo, Pedro Obiang, diventato ormai un giocatore a tutto tondo, non più carente a livello di personalità (ricordate le parole di Mihajlovic al suo arrivo sulla panchina blucerchiata?). La questione Gabbiadini, a livello squisitamente tattico, palesatasi nella giornata di ieri con le voci di un accordo ormai raggiunto per la sua cessione al Napoli, rappresenta l’inizio, probabilmente, di una nuova fase per il Doria, orientato verso un modulo senza vere e proprie ali, con due punte di ruolo e un trequartista in grado di fare entrambe le fasi di gioco. A dir la verità ieri le ali c’erano, eccome se c’erano, proponendo un gioco estrememente offensivo, necessario visto l’impegno contro una squadra di categoria inferiore. Soffermandomi sulla fase offensiva non posso non parlare di Bergessio, ieri molto positivo e costantemente in cerca di una identità in questa sua nuova avventura blucerchiata. Il giocatore argentino ha sgomitato, si è proposto con continuità negli spazi e nella pressione sui difensori. Tutte caratteristiche che già conoscevamo ma che non avevamo ancora visto all’opera in una partita intera di novanta minuti. La speranza (ma qui anche Mihajlovic ci deve mettere del suo) è che il centravanti possa essere recuperato perchè, di questo sono molto convinto, il suo valore tecnico è di alto profilo e perchè, senza voler essere fazioso, la sua presenza aprirebbe nuovi orizzonti tattici alla squadra (es. ricerca della profondità e attacco frontale alla porta). Tutte queste considerazioni, come la futuribilità di Djordjevic, necessitano di tempo per vederne gli sviluppi in maniera concreta. Fino ad allora sono tutti discorsi con troppo pochi elementi a sostegno per definirsi esaustivi.
Una vittoria di ordinaria amministrazione, una tappa di avvicinamento al Verona, crocevia delle ambizioni doriane per la stagione 2014/2015. Il Doria dice “presente” e guarda al futuro con ottimismo.