2013

La domenica con Lei – La Samp perde due punti e ne guadagna uno

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Il pareggio in extremis contro il Torino di mister Ventura ha del paradossale. Da un lato la Samp avrebbe meritato di concludere il primo tempo 2-0 in virtù della rete regolarissima segnata da Nicola Pozzi. Dall’altra il rigore, concesso molto generosamente (tanto da far nascere l’ipotesi “compensazione”) da Gervasoni, ha consentito al Doria di pareggiare una partita ormai persa che, se così fosse finita, avrebbe spalancato le porte dell’inferno agli uomini di Delio Rossi. Non che la Samp sia comunque lontana da quelle porte, intendiamoci. Non mi dilungherò molto sull’episodio del gol annullato a Pozzi perchè ha dell’incredibile forse ancor meno, però, delle stucchevoli motivazioni fornite da Braschi a favore della scelta scellerata di Gervasoni. Inutile parlare anche della polemica contro il presidente Garrone ne dei vuoti qualitativi lasciati da un mercato che modesto è definirlo poco. Analizzerò semplicemente una partita, quella contro il Torino, che lascia attoniti e impotenti per come si è sviluppata e per il risulato ottenuto. 

Nel primo tempo si è vista una Sampdoria “cazzuta”, passatemi il termine ma è il più vicino al concetto che voglio esprimere. Reparti corti, anticipi decisi e corsa a perdifiato. La qualità, il limite di cui tutti parlano (non poca cosa eh), è quella che è ma il temperamento e la voglia di vincere erano percepibili e concretizzati nelle azioni dei calciatori. Specialmente nei tre davanti, Sansone-Gabbiadini-Pozzi, che si sono sfiancati per tutta la prima frazione andando a turno a pressare i portatori di palla e a fare gli esterni, se necessario. La vivacità di Sansone e i movimenti incontro alla palla di Pozzi, che hanno spesso portato fuori posizione Glik (come in occasione dell’1-0), sono stati la chiave della fase offensiva nella prima frazione. Ottimi anche i supporti di Gavazzi e De Silvestri, caratterizzati da tanta corsa “a testa bassa”. I problemi difensivi si sono notati soprattutto nella zona destra del campo dove sia Gastaldello che De Silvestri hanno dovuto fare i conti con i movimenti di El Kaddouri che, allargandosi, ha creato superiorità numerica molto pericolosa in coppia con D’Ambrosio e, saltuariamente, Pasquale. Cerci invece, limitato nel raggio di gioco nella prima frazione, è stato meno incisivo poichè la sua velocità, in spazi ridotti, risulta meno determinante. A centrocampo sia Obiang, ancora scricchilolante in fase d’impostazione, che Gentsoglou, lento ma fisicamente imponente, hanno ben contrastato i granata nonostante l’inferiorità numerica (supplita dal grande lavoro a turno dei tre davanti). Insomma se la Samp avesse chiuso sul 2-0 non ci sarebbe stato nulla da dire, nemmeno sulla prestazione che è stata quantomai volenterosa e coraggiosa. Alla fine quando si spende tanto a livello fisico e si riesce a capitalizzare (in questo caso con due gol) si fa la cosa più bella del mondo mettendosi nelle condizioni di giocare la ripresa con meno pressione e miglior gestione delle forze. Invece così non è stato e nel secondo tempo sono emersi degli scheletri che, questa volta, non dovevano emergere.

Nella ripresa la musica è decisamente cambiata grazie ad alcuni fattori che si sono sbloccati. Inanzitutto la stanchezza degli avanti blucerchiati, non più capaci a fare le due fasi dinamicamente, e la lunghezza fra i reparti, estremizzata dopo il gol di Immobile (altra dormita colossale della difesa). Con una Samp stanchissima, derubata ma vogliosa dei tre punti, il Torino ha potuto giocare di rimessa liberando l’estro di Cerci, non più limitato come nel primo tempo, e dei suoi giocatori, rapidi e lucidi mentalmente (passare dallo 0-2 all’1-1 da grande inerzia positiva alla squadra che ne beneficia). Il Doria si è lasciato prendere dalla frenesia e dalla paura di perdere una partita che sembrava vinta dopo il gol di Pozzi. Poi quel rigore molto generoso e il pareggio, almeno quello, meritato. La prestazione c’è stata e su questo non c’è alcun dubbio. I limiti, dovuti alla qualità modesta della rosa, rimangono e rimarranno fino alla fine. Le cose su cui riflettere, secondo me, sono queste:

– nelle ultime 18 partite di campionato la Sampdoria ha vinto solo contro la Juventus, 3-2 all’ultima di campionato della scorsa stagione.

– in queste ultime 18 di campionato il Doria non ha subito gol solo in una occasione (Atalanta-Sampdoria 0-0 del 30 Marzo 2013).

– nelle ultime 18 partite di campionato la Samp ha totalizzato in casa solamente 5 punti dei 27 disponibili.

I numeri nel calcio non sono tutto anzi, spesso sono fuorvianti. In questo caso però, errori arbitrali a parte, è bene riflettere sul trend negativo che ha radici profonde, presenti molto prima del tanto (giustamente) criticato mercato estivo. Fra queste partite si nascondono (mica tanto) le crepe di una squadra che, in una sola partita,è capace di perdere due punti e guadagnarne uno

 

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