La domenica con Lei - Delio, così non andiamo lontano - Samp News 24
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2013

La domenica con Lei – Delio, così non andiamo lontano

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Nonostante tutte le considerazioni pre Derby, mosse anche dal sottoscritto in sede di presentazione della partita, la Sampdoria fornisce una prova agghiacciante per sterlità della manovra e passaggi a vuoto molto più concreti di quanto si possa pensare. Tutti gli equilibri e le solidità, non molte a dire il vero ma comunque rilevanti considerando la continuità tecnica con la scorsa stagione, si sono sgretolate davanti a un Genoa cinico, intelligente e ben messo in campo. Difficile analizzare tatticamente una partita in cui non è riuscito praticamente nulla, ma sarebbe troppo facile è sbrigativo chiudere ogni discorso voltando semplicemente pagina. E non è una questione di un Derby perso ma le considerazioni devono essere più dettagliate e costruttive in prospettiva.

Il Genoa ha vinto meritatamente senza fare alcuna fatica. La specularità dei moduli ha fatto si che ci fossero molti duelli su tutte le zone del campo. La Samp è uscita con le ossa rotte proprio dove avrebbe dovuto mostrare qualcosa in più rispetto ai rivali: nell’organizzazione di gioco e nelle distanze fra i reparti. Oltre a questo, già di per se compromettente, metteteci anche il cinismo del Genoa che con tre tiri ha affondato una difesa, quella blucerchiata, guidata da un Da Costa non esaltante (“sacco di patate” sui gol di Antonini e Lodi), per usare un eufemismo. La Samp è l’unica squadra (di quelle che conosco) che, giocando col 3-5-2, non spinge sulle fasce, non cambia mai gioco e si intestardisce in percussioni centrali sterili e spesso cadenti nel vuoto (irritanti i veli davanti alla porta, tratto comune anche della scorsa stagione). Questo sistema di gioco è famoso per evitare il congestionamento delle vie centrali aprendo dinamicamente il gioco su tutta la larghezza del campo. Il Genoa, scivolando ordinatamente con le giuste distanze, ha fatto pochissima fatica nel contrastare il lentissimo e prevedibile giro palla dei blucerchiati. Basti pensare che molte delle azioni nel primo tempo sono state gestite da Costa e Regini (disastroso in fase difensiva) con cross dalla trequarti per nessuno (i tre centrali del Genoa tutti bravi di testa) o accentramenti volti solo a rallentare l’azione offensiva. L’islandese Bjarnason a me non è dispiaciuto per nulla nonostante i richiami di Rossi che lo voleva più aggressivo in fase di pressing. Il problema è che la squadra, lunga e prevedibile, non cambia mai ritmo ne gioca sulle fasce. Allora a che serve il 3-5-2? Perchè se gli esterni non vanno sul fondo, non si ribalta il gioco, non si fa contropiede, i reparti sono troppo staccati e non si tira mai in porta (non solo in questa partita ma anche nelle precedenti) il dubbio viene. Tornando a Bjarnason ritengo che la sostituzione con Soriano (si proprio lui) sia stata quantomeno affrettata e tecnicamente non giustificata (tardiva invece quella di Sansone). Krsticic e Obiang non sono mai stati in grado di far cambiare passo alla squadra e, cosa ben più grave, non hanno dato ritmo ne fluidità al gioco sbagliando troppi appoggi e rischiando poco o nulla nelle verticalizzazioni. Certo i problemi non sono da ricercare solo in mezzo al campo dove la manovra si è costantemente insabbiata e dove Biondini e Lodi hanno dominato fisicamente. Insomma se l’azione viene impostata da Costa, con tutto il rispetto per lui ma non è il suo compito, significa che qualcosa non va. Davanti Gabbiadini ed Eder non ne hanno azzeccata una, poco agevolati dai ritmi lentissimi della manovra. Una Samp così lenta e prevedibile non si vedeva da tempo ed è significativo come sullo 0-3 il possesso palla degli uomini di Rossi sembrava quello di una squadra avanti 3-0.

In questo momento è sicuramente facile (ma sbagliato) drammatizzare questa umiliante sconfitta. Il problema, secondo me, non è questo risultato ma le prospettive che questa squadra può avere. Non è possibile giocare un Derby in questa maniera e non avere la possibilità di cambiare mai ritmo e avere questa passiva inerzia di fronte alle difficoltà. I dati preoccupanti sono due a mio avviso. Il primo, strettamente tecnico, è che questo 3-5-2 non lavora sulla fasce, non conclude le azioni e non è dinamico come dovrebbe richiedere questo modulo. Il secondo, prettamente di caratura psicologica, è che la Samp non è incosciente come dovrebbe visti i numerosi giovani calciatori che ne fanno parte. Non ci sta che Gastaldello dica che si è perso senza lottare. Ma come? In un Derby? Se non lo fai in gare come queste quando? Essere piatti e passivi in un Derby, dopo due settimane di stop, mi sembra una cosa dell’altro mondo. Il mercato è finito da settimane e le perplessità forti rimangono (fuori quasi tutti i nuovi acquisti) ma non hanno più alcun peso. Ora tocca a Rossi diventare nuovamente il valore aggiunto perchè così non si va molto lontani. Di sicuro non ci si salva con anticipo, diciamola così.

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