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2013

La domenica con Lei – Da Maccarone a Icardi: la Samp è tornata

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Un vero tifoso blucerchiato, nel vedere la partita casalinga contro il Parma, non può non aver ricordato, almeno per un attimo, l’ultimo scontro fra le due squadre in serie A. Era il 20 Marzo 2011 e finì 1-0 per i ducali fra i fischi assordanti di Marassi. Il rigore calciato alto da Maccarone diede a tutti la consapevolezza che la stagione sarebbe finita con la retrocessione in serie B. “Se nemmeno un rigore regalato va dentro …” abbiamo pensato tutti. A due anni di distanza la Sampdoria conquista con il medesimo punteggio di allora una vittoria significativa che la restituisce definitivamente alla serie A. Non che prima non fosse così, parliamoci chiaro. Ma questo successo, per come e quando è venuto, dà a tutti la consapevolezza (opposta rispetto a quella di due anni fa) che la Samp è tornata dove le spetta non solo dal punto di vista della classifica, ma dalla capacità di far sognare i propri tifosi.

Diciamolo subito: la Samp non ha meritato la vittoria. Il Parma ha ben giocato, soprattutto nel primo tempo, e ha pagato pesantemente un gravissimo errore difensivo (più dei difensori che di Mirante a mio avviso). Era chiaro che chi prima avesse segnato sarebbe stato in grado di portare a casa l’intero bottino. La bravura della squadra di Donadoni è da ascriversi, soprattutto, nella disposizione dei centrocampisti: tutti e tre molto dinamici e non fossilizzati nella loro zona di competenza. D’altro canto Delio Rossi non ha optato per la marcatura di Valdes tenendo Eder e Icardi più avanzati. Proprio la prestazione degli attaccanti blucerchiati è stata insufficiente. Il brasiliano Eder, comunque sempre volenteroso e rapido, si è svegliato solo nei minuti precedenti alla sostituzione. Icardi, gol importantissimo a parte, è stato nullo in fase di costruzione gioco (non ha tenuto una palla) e nella cattiveria agonistica (più alta in una partita di calcetto del venerdì sera). Continuo a pensare che le voci di mercato non gli stiano facendo bene e che abbia fatto, o gli abbiano fatto fare, il passo più lungo della gamba. Il ragazzo è forte e ha grandi margini di miglioramento. Forse è stato, passatemi il termine, pompato un po’ troppo. Gianluca Sansone ha dimostrato ancora una volta grande senso del gioco e, soprattutto, quella tenacia che serviva nel momento del suo ingresso (ha fatto prendere due gialli agli avversari). Tornando alla partita c’è da segnalare la disposizione in campo degli attaccanti del Parma. Nel primo tempo Nicola Sansone ha giocato in pressione su Krsticic mentre Biabiany, vero uomo in più dei ducali, ha attaccato in velocità Palombo, evidenziandone i limiti difensivi. L’ex capitano è stato protetto dalla buona sorte sia in occasione del fallo da ultimo uomo (ci stava il rosso) sempre su Biabiany, sia nell’auto palo del secondo tempo tentando di fermare Amauri. Proprio l’ingresso del centravanti ex Juve ha favorito la difesa blucerchiata, che pagava moltissimo la mancanza di punti di riferimento data dagli avanti del Parma. Una volta entrato Amauri, Donadoni ha dirottato Sansone a sinistra e Biabiany a destra favorendo il gioco dei centrali doriani, più adatti alla marcatura di posizione. Il problema principale della partita, fino al gol di Icardi, è stato il ritmo terribilmente basso e la scarsa qualità delle giocate. Krsticic e Obiang, che per impegno non sono secondi a nessuno, hanno sbagliato moltissimo in fase di impostazione mentre Poli, solitamente ago della bilancia del pressing sulla mediana, ha giocato decisamente sottoritmo. Sarà fondamentale il recupero di Maresca, giocatore in grado di fare ordine anche solamente con la sua enorme esperienza. Sugli esterni invece manca ancora la continuità nella proposizione offensiva. Difensivamente invece i progressi sono evidenti e la mano di Rossi fin troppo esplicita. Diagonali, recuperi, raddoppi: c’è tutto.

Era una partita da zero a zero, giocata così così da entrambe le squadre. Invece ne è saltato fuori un risultato molto importante. Una vittoria di status mi verrebbe da dire. La Sampdoria di Delio Rossi può vincere anche così. Disciplina, corsa e mentalità. Tutte cose che non si vedevano da tempo a Genova.

SEGNO PIÙ
La solidità della squadra e la compattezza fra i reparti. Giocare contro la Samp ora è difficile.

SEGNO MENO
I tanti errori in fase di impostazione e di finalizzazione dell’azione.

DA RIVEDERE
La gestione dei cambi negli ultimi venti minuti. C’erano alcune difficoltà a metà campo (cartellini e dispendio fisico) e nel tenere palla davanti. Un solo cambio mi è sembrato troppo poco.

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