2015

L’uomo-squadra Eder: «La Samp è più importante dei gol. Iachini…»

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L’uomo per tutte le stagioni, quello fondamentale: Eder Citadin Martins ha raccontato sé stesso e il momento della Samp in una lunga intervista concessa a “Il Secolo XIX”, di cui vi riportiamo alcuni passaggi: «L’ho detto anche al d.s. Sensibile quando sono arrivato: non posso promettere venti gol a stagione, però posso promettere che mi impegnerò al 100% in ogni partita». Nonostante sia un attaccante, il rapporto di Eder con il gol è particolare: «Non divento matto. Non me li ricordo tutti. Non saprei dire qual è il più bello che ho fatto: per me conta la squadra. Sarà per l’infanzia che ho avuto». Il brasiliano ricorda la sua gioventù: «Sono cresciuto per strada in Brasile. Con i miei amici condividevo tutto. Eravamo poveri: se uno aveva un pallone, si giocava tutti per strada».

FIORENTINA E OBIETTIVI – I gol non gli interesseranno, ma quello con la Fiorentina di quest’anno è rimasto nella mente di molti. Una corsa di 70 metri nata così: «Il mister mi aveva detto di stare su Pizarro e ripartire. Ho preso palla e sono partito. Poi ho pensato: è il 70′, saranno stanchi. Ho buttato la palla in avanti e le sono andato dietro. Comunque per me conta il gruppo, non l’individuo. Da solo alle prime difficoltà ti sciogli. Io sono rimasto 12-13 partite senza segnare e non ho avuto problemi. Nessun dubbio: davo tutto per la squadra, andava bene così». Sulla Samp e gli obiettivi stagionali: «Stagione bellissima, non so. Se saremo ancora qui tra sei-sette partite ci penseremo».

DERBY E GENOVA – Tra dieci giorni c’è il derby: «Dopo quattro che sei qui cambia. La prima volta quasi non ti rendi conto. Poi lo senti sempre di più. Adesso è una partita che capisco, che aspetto». Dopo quattro anni, Genova è importante per Eder: «La conosco di più: mi piace, è un aperitivo con mia moglie al 7Nasi, il giovedì sera al cinema al Porto Antico. È la Guardia, dove vado sempre». Ci si chiede se senta un po’ di saudade per il Brasile, un po’ di nostalgia: «Un po’. Da dieci anni ormai sono in Italia. Quando smetto di giocare vorrei tornare a casa».

IACHINI – Il finale è per un allenatore che è stato fondamentale nella carriera di Eder, quel Beppe Iachini che l’ha avuto a Brescia e per sei mesi qui alla Samp. Sul fatto che l’attuale tecnico del Palermo non sia stato riconfermato dopo la promozione in A nel 2012, Eder si espone nettamente: «Fu un’ingiustizia. Prese la squadra in condizioni molto critiche, la mise a posto, fu una rimonta incredibile. E alla fine lo esonerarono. Oggi con il Palermo sta dimostrando il proprio valore, sono contento per lui».

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