2012

L’obiettivo che unisce tutti: il Derby da vincere

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Abbiamo tanto da vendicare, tanto da recriminare: per una stagione intera abbiamo vissuto senza derby, senza stracittadina, senza la sfida che più ci emoziona. È dall’11 aprile 2010 che ci manca la vittoria, quando la Lanterna la fece brillare Antonio Cassano: parliamo di più di due anni fa. Due sconfitte consecutive nell’ultima stagione di Serie A. Stasera non ci sarà Rafinha, non ci sarà Boselli, entrambi venuti a Genova soltanto per decidere un derby a testa, non ci saranno Alberto Cavasin e Davide Ballardini. Questa è la volta di Ciro Ferrara, un allenatore che aveva fatto tornare a sognare la piazza doriana nelle prime quattro giornate di campionato, e, ora, deve scacciare fantasmi di grande portata. Questa è la volta di Luigi Delneri, che fa strano dirlo, è ma sulla panchina del Genoa: al suo primo derby non da sampdoriano, perché anche da giocatore vestì i colori più belli del mondo. Anzi, nel 1980, il 7 dicembre, quell’allora centrocampista di Aquileia fece cantare la Sud per una rete da calcio d’angolo nel derby che sarebbe finito 1 a 1: stasera vorrà far cantare un’altra sponda di Genova, ma noi ci auguriamo che per lui finisca come all’andata della stagione 2009/2010: sconfitto con un secco 3 a 0.

Ma stasera non ci sono statistiche, non ci sono classifiche, non ci sono graduatorie che tengano. Stasera c’è un solo risultato utile da ottenere, c’è un tecnico che deve portare a casa un solo obiettivo: vincere il derby. I tanti infortuni faranno da alibi soltanto fino al fischio d’inizio, poi in campo, che vada Roberto Soriano, o che vada Nedad Kristicic o che ci sia Eder, tutti dovranno battersi con la grinta di un leone. Una partita diversa, una partita che non rientra più nel campionato di Serie A: rientra nella storia di Genova. Il 150esimo capitolo di questa storia. 

Appuntamento a Marassi, al Luigi Ferraris, stasera, dove una sola squadra deve uscire vincitrice. Genova, alle 22:30, deve colorarsi di una sola tinta. Farcela è l’unica possibilità: non ve ne sono altre. 

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