2014
L’incapacità di reagire, il grande cruccio della Samp
Dopo la sconfitta di Roma, si è parlato di un’altra Bergamo, di una maglia disonorata. La delusione non è stata espressa solo dai tifosi, ma anche da Mihajlovic che, proprio come dopo la trasferta lombarda, non ha concesso alcun giorno di riposo alla sua squadra. Eppure, le statistiche del match tracciano un quadro sensibilmente positivo: contro la Lazio, la Sampdoria ha vinto sul possesso palla (58%) e sui tiri in porta (5 vs 3).
Come spesso accade, estrarre verità assolute dalle statistiche legate a una partita di calcio è un meccanismo infruttuoso. Ma essendo pure rappresentazioni della realtà qualcosa vorranno pur dire. In questo caso sono molto utili, ad esempio per comprendere che nel primo tempo la Sampdoria ha effettivamente fatto la partita, rischiando più volte di passare in vantaggio. L’ha fatto con la varietà e l’imprevedibilità dei tanti schemi da palla da fermo utilizzati (cinque), che hanno messo sistematicamente in difficoltà la difesa della Lazio. Ma anche con la velocità e i movimenti senza palla dei suoi tre trequartisti e dei suoi due terzini, che garantiscono un’ampia copertura della metà campo offensivo e una vasta gamma di possibilità di passaggi e soluzioni.
I problemi sono arrivati in difesa. La Lazio ha sfruttato con grande cinismo gli inserimenti di Onazi, l’inventiva di Candreva, ma soprattutto la straripante rapidità di Keita, anche per demeriti della Sampdoria. Nel secondo tempo, le cose sono peggiorate pure in fase offensiva, dove la Sampdoria non è riuscita a premere con continuità, nonostante la superiorità numerica. Conta relativamente l’infortunio di Gabbiadini, considerando che al suo posto è entrato il Sansone che ha perso sì una palla decisiva sul secondo goal, ma che si è anche costruito la più evidente azione da goal del secondo tempo.
In entrambi le situazioni deficitarie – la difesa e l’attacco del secondo tempo – il comune denominatore è stato un atteggiamento apparentemente troppo bonario, quasi appagato, quel genere di mentalità che Sinisa Mihajlovic osteggia fermamente e che ha perciò deciso di punire. Quell’incapacità di reagire che ha caratterizzato anche la trasferta di Bergamo, dove fino al primo goal subito la Sampdoria aveva retto e anzi sembrava giocare anche abbastanza bene. A proposito di statistiche: su otto volte in cui la Sampdoria di Mihajlovic si è trovata in svantaggio, solo in due circostanze è riuscita a conquistare punti (Inter e Livorno). Segno che è forse questa la vera debolezza della squadra, e che Sinisa fa bene a lavorarci.