L'ex Franceschetti: «Samp squadra che mi è rimasta più dentro, mi auguro che torni ai fasti che merita» - Samp News 24
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L’ex Franceschetti: «Samp squadra che mi è rimasta più dentro, mi auguro che torni ai fasti che merita»

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Con quattro stagioni in blucerchiato (dal 1995 al 1999) e 94 presenze collezionate, Marco Franceschetti è tornato a parlare della sua Sampdoria, di quanto sia rimasto legato a questi colori e dei progetti che sta attualmente portando avanti.

L’ex-centrocampista doriano ha esordito così ai microfoni di SampTV: «Genova mi ha un po’ adottato, quando sono arrivato qui venivo da Padova, che è una città completamente diversa. Qua ho trovato persone un po’ più chiuse, che però negli anni si sono aperte, ho diverse amicizie e sono rimasto legato anche a persone al di fuori del calcio. La città è veramente affascinante e le persone che ho conosciuto qua sono amiche per sempre».

Quando gli viene chiesto di raccontare qualche aneddoto, lui risponde così: «Ne avrei tanti, a partire dagli allenatori, che sono stati veramente eccezionali. Potrei citare Vujadin Boskov, il “Flaco” Menotti anche se è rimasto poco da noi, o Eriksson che era una persona veramente distinta e un gran conoscitore di calcio, ma abbiamo avuto anche un giovane Spalletti, con cui le cose non sono mai andate bene perché era già una Sampdoria un po’ in calo. Anche questi momenti di amarezza, però, li ricordo positivamente, anche i momenti bui della retrocessione in cui purtroppo le cose non andavano bene. Ho sempre stimato come la gente abbia vissuto questi periodi e mi è sempre rimasta nel cuore anche l’ultima partita col Bari, in cui eravamo già retrocessi matematicamente e  c’era naturalmente contestazione, ma ricordo con piacere la stima che veniva da altri settori dello stadio e dalla gente per strada». 

Messo da parte il passato, ora si guarda al presente, che non è esattamente piacevole: «Quest’anno la Samp, dopo le belle ultime annate in cui ha dato soddisfazioni ai tifosi, non è partita benissimo, pur avendo dei discreti giocatori e degli ottimi allenatori. Walter Zenga, oltre a essere un ragazzo in gamba, ha sempre dimostrato di essere anche un allenatore capace, e anche adesso con Montella le cose non sono cambiate. Purtroppo ci sono stagioni che se partono male, poi è difficile raddrizzare. Non si parla ovviamente di cose gravi, come poteva essere successo anni fa con la retrocessione».

Per il futuro, però, Franceschetti spera in un ritorno a quella gloria che i colori blucerchiati hanno conosciutio vent’anni fa: «Mi auguro che la prospettiva per la Sampdoria sia quella di una crescita graduale, per tornare ai fasti che merita questa città e questa società. Mi auguro che quando si raggiungerà questo obiettivo sia costante nel tempo, che si facciano giocare tanti giovani e italiani, perché noi abbiamo bisogno dei nostri ragazzi. Credo che in futuro per avere qualcosa di bello e duraturo bisognerà puntare sui nostri giovani».

Un’ultima battuta sulla sua vita di oggi, che lo vede impegnato in ambiziosi progetti sempre nell’ambito calcistico: «Finita la mia carriera, ho provato a fare l’allenatore professionista, ma non mi piaceva l’idea di barcamenarmi in questo mondo. Probabilmente non ho il carattere adatto, perciò ho deciso fondare una società di giovani; ho iniziato con 13 ragazzi in un anno, e adesso a distanza di 10 anni ho il settore giovanile completo, con ragazzi che vanno dai 5 ai 18 anni. Mi auguro che altri come me facciano questa esperienza, formativa per l’uomo ma anche per i ragazzi. Il segreto è tornare a far divertire i ragazzi, oggi non ci sono più le strutture di una volta, sono cambiati i tempi ma ci vogliono persone e società che diano importanza al talento ma spazio a tutti, perché solo così si può crescere e avere in futuro dei giovani validi per il nostro calcio. Dò un bacio a tutti – conclude – sono molto felice e orgoglioso di poter parlare ancora oggi a distanza di 15 anni della Sampdoria, che è la squadra che più mi è rimasta dentro nel corso della mia modesta carriera».

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