2014

Kutuzov, una vita da calciatore e ora l’hockey: «Due anni bellissimi a Genova»

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Dal Milan al Sesto San Giovanni. Dal calcio all’hockey. Questa la nuova vita di Vitaly Kutuzov, ex blucerchiato e che oggi ha cambiato sport nella seconda fase della sua vita da sportivo: «Una passione che ho sempre avuto. Da bambino, al mio paese, si giocava a hockey su ghiaccio per la strada, sezna pattini. D’estate, calcio. Negli altri mesi, un disco, le maze e via». L’accento lombardo è rimasto, nonostante l’avventura al Milan sia stata breve, fugace e senza grosse soddisfazioni: appena due presenze e zero gol.

PORTIERE DA HOCKEY – “Il Secolo XIX” è andato a osservare da vicino i progressi del bielorusso, giocatore blucerchiato dal 2004 al 2006, e che ora si diletta come portiere nei Diavoli Rossoneri di Sesto San Giovanni: «Hanno sei portieri in tutto, ci sono ragazzi giovani e promettenti. Io mica devo portare via il posto a loro: quando servo, sanno dove mi trovano. E poi a Milano e dintorni mi conoscono un po’ tutti. Quando manca qualcuno, io vado». Curioso il fatto che sia passato dal fare l’attaccante nel calcio a difendere i pali di una porta nell’hockey: «Una passione: è stata una scelta calcolata. I piedi sono piuttosto rovinati dopo vent’anni di calci a un pallone, i pattini da portiere creano meno problemi degli altri».

SQUALIFICA E PROCURATORE – Kutuzov ha una squalifica da scontare per il calcioscommesse (tre anni e sei mesi accumulati nell’inchiesta di Bari) e così intanto il bielorusso sviluppa il fiuto da procuratore: «Qualche volta quasi mi obbligano: mi poirtano un ragazzo, mi chiedono di andare a vederlo giocare, vogliono consigli». Sulla squalifica: «Non sto nemmeno più a pensarci. Tornare dopo tre anni e mezzo di sosta alla mia età? Al massimo da dilettante».

SAMP – Intanto i due anni a Genova per Kutuzov non sono stati una tappa come altre: «Molto belli, sopratutto il primo. Sono rimasto in rapporti con i compagni: l’ultimo che ho sentito – un paio di giorni fa – è Marcello Castellini. Andammo in Uefa e sfiorammo la Champions. Era una squadra forte, un gruppo fantastico. E l’allenatore Novellino era stato bravo a creare il gruppo». Quella stagione, chiusa a 61 punti e a meno uno dal quarto posto valido per la Champions, è una delle soddisfazioni più grandi per Kutuzov: «Tutta, senza distinguere una partita o un gol». Ora si pensa all’hockey, con la voglia di ripartire come sportivo.

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