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Krsticic: «Samp la mia famiglia, ai tifosi devo dire solo grazie»
Ha risalito lentamente le gerarchie della squadra, dopo un nuovo infortunio e un nuovo cambio di allenatore. Nenad Krsticic con la Sampdoria ha passato i momenti più bui ma anche più felici della sua vita, e ce lo racconta in una lunga intervista ai microfoni di SampTV: «Quando qualcuno mi dice Sampdoria, la prima cosa che mi viene in mente è quel brutto periodo che ho passato e in cui la Sampdoria è stata la mia famiglia, quindi continuerò sempre a ringraziare per tutto quello che ha fatto per me. Venivo da un paese straniero, dopo due mesi dal mio arrivo sono stato in ospedale per cinque-sei mesi e ringrazierò sempre la Sampdoria per come si è comportata con me. Questa è casa mia».
Krsticic passa poi a parlare dell’attuale situazione dei blucerchiati, in ripresa dopo essere stati molto vicini alla zona retrocessione: «Siamo un gruppo forte – spiega – è per questo che siamo riusciti a tirarci fuori. All’inizio abbiamo avuto paura, ci è riaffiorato alla mente quell’anno della Champions, però con la forza del gruppo e con l’aiuto dell’allenatore piano piano ne stiamo venendo fuori».
Già, l’allenatore. Colui che gli ha fatto ritrovare il campo e la titolarità dopo mesi complicati: «Sono soddisfatto che il mister creda in me, anche perchè quando è arrivato io ero ancora infortunato, E’ stato difficile, però adesso mi sta mettendo sempre di più in campo e io cercherò sempre di dare il massimo. Sinceramente non sono ancora contento di quello che faccio, sono tornato titolare dopo nove mesi, però cercherò sempre di migliorare giorno dopo giorno. Gli allenamenti? Sono tutti con la palla, dobbiamo stare vicini e giocare sempre palla a terra. E’ proprio quello che piace a me, è il metodo con cui mi trovo meglio».
Un ringraziamento speciale, oltre che a Montella, va anche ai supporters blucerchiati che lo hanno sempre considerato un patrimonio del club: «Ai nostri tifosi devo dire solo grazie, perchè anche durante questi mesi in cui non ho giocato mi hanno sempre sostenuto, mi hanno abbracciato e dato una mano e la forza per tornare, loro sono stati spettacolari e per me sono sempre stati i numeri uno. Il rapporto con i compagni? E’ speciale, quando sono arrivato non parlavo italiano, mi hanno sempre aiutato per imparare la lingua più velocemente. Ancora oggi mi sento con Martinelli e Muratore, che non giocano più qui, con Pedro (Obiang, ndr) e anche con Roby (Soriano, ndr) che è qua con noi. Sono venuti anche al mio matrimonio e siamo molto legati».
Una data in particolare, gli viene in mente quando si parla della sua famiglia: «Beh, mio figlio è venuto al mondo il più bel giorno di sempre. Era il 28 settembre, quando abbiamo vinto il Derby. Per me quel giorno è speciale, non lo dimenticherò mai. Mio figlio si chiama Andrej e adesso ne sto aspettando un altro, che nascerà a giugno. Spero che vada tutto bene senza problemi, sono molto contento. Se giocherà a calcio anche lui? Sinceramente preferirei che giocasse a tennis – confessa – ma quando torno a casa vedo che mi lancia subito il pallone e gioca, quindi mi sa che del tennis non se ne farà niente (ride, ndr). Sarà lui a decidere, qualunque cosa sceglierà lo seguirò e gli darò una mano.
«Quando posso – prosegue – trascorro più tempo possibile con mio figlio, dato che sono sempre al campo e le occasioni per vederlo sono poche. Adesso che è in Serbia con mia moglie è un po’ di tempo che non lo vedo e mi sta già mancando, però diciamo che fuori dal campo passo la maggior parte del tempo con la famiglia. Certo, poi ho anche amici qua ma sono un tipo tranquillo. Quando abbiamo due giorni liberi vado sempre in Serbia, non è così distante. A parte che da Genova non c’è volo diretto, ma vado a Milano e lascio lì la macchina oppure parto da Genova e faccio scalo a Roma. Appena ho due giorni liberi torno sempre».
Un’ultima battuta è dedicata alla stracittadina che gli ha stroncato la carriera, ma anche a quella in arrivo: «Il Derby dell’infortunio non me lo ricordo più, mi ricordo quello del 28 settembre 2014, quando abbiamo vinto ed è nato mio figlio. Tra un po’ ci sarà il nuovo Derby, ma prima ci sono altre partite. Dovremo arrivarci con la testa tranquilla e cercare di vincere anche quello».