2013

Krsticic, il “10”: «Bologna-Samp, inizia da qui il nostro campionato»

Pubblicato

su

La grande tradizione dei numeri 10 blucerchiati è in buone mani: il prossimo nella linea d’evoluzione rischia di diventare un grandissimo e di farlo unicamente con la maglia blucerchiata indosso, vista la sua voglia di rimanere a Genova. Nenad Krsticic, nuovo simbolo della Samp, racconta innanzitutto l’assegnazione della maglia numero 10: «Partito Maxi (Lopez, ndr), era libero. A me è sempre piaciuto, da ragazzino in Serbia era il mio numero – racconta il serbo, 23 anni, ai microfoni de “Il Secolo XIX” – però quando h saputo che anche Eder lo stava valutando, ho lasciato a lui la scelta. Per diritto d’anzianità. Quando alla fine lui ha riconfermato il 23, allora me lo sono preso». L’ottavo giocatore della Samp ad indossarlo dall’era dei numeri sulle maglie valuta così questa eredità, fatta di nomi come Mancini, Flachi, Pazzini: «Tutti grandi campioni… qualcuno ho avuto la fortuna di conoscerlo personalmente – confessa Krsticic – e qualcuno anche di giocarci insieme, come Maxi e Foggia. Mi mancano Ortega e Morales, non ne so molto».

Il record assoluto di “10”, facendo un po’ di numeri, appartiene a Mancini: ben 312. L’obiettivo del serbo è chiaro: «Lui ha scritto la storia della Samp. Se lo posso superare? Tra una decina di campionati… se tutto va bene – scherza il giovane regista della Samp – sarei veramente orgoglioso e fiero di riuscire a superare un record che sembra inarrivabile al momento. Anche perché significherebbe che resterei nella Samp a vita». Citazioni importanti per Krsticic, di cui ha parlato il mensile francese “So foot”, paragonandolo a due grandi “10” serbi del passato: Dejan Stankovic e sopratutto Dragan Stojkovic. Sulla possibilità di diventare il terzo, Krsticic spera: «Magari, stiamo parlando di due miti della mia nazione – confessa il 23enne blucerchiato – si parla però di due giocatori diversi: Stojkovic era il “10” fenomeno che accende le fantasie, Stankovic è il “10” concreto, quello da squadra, da gruppo».

In effetti, il “10” sta cambiando. Fino a qualche anno fa, la squadra giocava per il fantasista, ora è il contrario: «L’ideale sarebbe un mix di vecchio e nuovo. In realtà, mi sento di interpretarlo più alla Stankovic – confessa Krsticic – la Samp è la squadra del mio cuore ed il mio interesse primario è quello del gruppo, della maglia». Zidane disse che il numero 10 guarda il gioco prima degli altri: «Giusto, lo penso anche per me – concorda il serbo – nella posizione che occupo in campo, un mio anticipo sul pallone, sulla chiusura o sull’occupazione degli spazi può essere determinante». Anche Baggio ha detto qualcosa sul numero 10, dicendo che i tifosi si aspettano di più da lui: «Anche questo è vero: ne sono consapevole e non mi spaventa – risponde l’ex OFK Belgrado – le responsabilità mi stimolano. Ovviamente ho caratteristiche diverse da Baggio, il qualcosa in più lo devo mettere a disposizione del gruppo, magari per far emergere le qualità di un mio compagno».

Uno dei fenomeni da lui citati, Dragan Stojkovic, disse anche che il “10” deve avere il guizzo del campione: «Lui probabilmente pensava ad altri tipi di guizzi – risponde il numero 10 blucerchiato – i miei guizzi sono difensivi e per far ripartire l’azione nel modo migliore per mettere in difficoltà gli avversari». Domenica sera c’è il Bologna, ma il numero 10 rossoblu è Moscardelli, non Diamanti, che ha il “23”: «Come Eder, quindi sarà un duello tra due “23” che potrebbero essere due “10”». Sulla partita, il serbo è chiaro: «Abbiamo già dimenticato la Juve, è stata una partita a sé. Domenica inizia il nostro campionato. A Bologna potremo iniziare a capire quale stagione ci aspetta. In palio ci sono punti importantissimi, primo perché affrontiamo una diretta concorrente e secondo perché il risultato di Bologna ce lo porteremo per le due settimane successive, quelle che portano al derby – chiude Krsticic – e preparare la sfida contro il Genoa in tranquillità vale un numero 10».

Exit mobile version