2014
Krsticic al Ravano: «Sogno di diventare capitano. I tifosi del Genoa? Non li guardo proprio»
Nenad Krsticic, a margine delle finali del Torneo Ravano-ERG, ha rilasciato alcune dichiarazioni al nostro inviato: «Come mi sento nell’essere al Ravano? Sicuramente fa piacere tornare, come l’anno scorso e gi altri anni».
Settimana di allegria per i blucerchiati, reduci del Derby vinto: «Siamo tutti contenti, poi oggi ha vinto anche la Primavera. Noi abbiamo festeggiato questi due giorni, ma ora pensiamo alla prossima: se vinciamo con il Cagliari facciamo un passo decisivo per la salvezza. Cos’ho detto a Maxi? Gli ho fatto i complimenti, prima di venire lo avevo chiamato per dirgli che lo aspettavamo, così è arrivato ed ha fatto vedere quanto vale».
Al Derby ha giocato arretrato rispetto al suo ruolo da trequartista nel 4-2-3-1, una scelta che ha pagato: «Il mio ruolo? Mi piace più giocare davanti alla difesa, però ho imparato altri movimenti anche come trequartista e gioco dove vuole il mister. Pancia piena dopo il Derby? No, non abbiamo fatto niente, l’obiettivo è la salvezza. Superare il Genoa in classifica? Ad inizio stagione non abbiamo pensato all’obiettivo di arrivare davanti a loro, ma se siamo davanti è meglio».
Samp rivitalizzata da Mihajlovic, il cambio di rotta è sotto gli occhi di tutti: «Cosa ha portato Mihajlovic? Il mister da quando è arrivato ha cambiato l’atteggiamento, siamo più aggressivi, non solo nel Derby ma anche nelle altre partite». Abbiamo meritato di vincere il Derby, loro non ci hanno impensierito, la nostra non è fortuna, abbiamo meritato».
Preoccupazioni per il match winner del Derby: «Le condizioni di Maxi? Oggi ha preso una botta, ma domenica ci sarà».La coreografia dei genoani? I tifosi del Genoa non li guardo nemmeno, non mi interessano, non guardo le loro coreografie, guardo i nostri tifosi».
E nel futuro? «Spero davvero di diventare un giorno capitano di questa squadra che ho nel cuore. I gol? Dopo averlo fatto in Coppa mi manca il gol in campionato, spero di segnarlo presto».
con la collaborazione dell’inviato Gabriele Corso