Gli Ex
Katanec e il passato Sampdoria: «Mi hanno fatto sentire a casa»
Srecko Katanec, il presente con la Slovenia e il passato tra Yugoslavia e Sampdoria: «Tornerà una favola come la nostra? Non lo so, ma…»
Oggi è il ct della Slovenia, ma Srecko Katanec è stato un pezzo fondamentale della Sampd’oro tra anni ’80 e ’90. Non solo: faceva parte di una squadra, la Yugoslavia, che avrebbe potuto virtualmente vincere tutto. Proprio per questo “La Gazzetta dello Sport” lo ha intervistato, ricordando la scomparsa del “Brasile d’Europa” e i 25 anni dalla famosa esclusione da Euro ’92. La Danimarca poi vinse quel torneo, ma Katanec commenta così quella fine: «Forse avremmo vinto tutto, forse niente. Ma io, in fondo, credo più nella seconda ipotesi. In quel gruppo c’erano calciatori stratosferici: Prosinecki, Savicevic, Stojkovic, Boban, Pancev, Boksic. Ma era difficile mettere assieme elementi così tecnici e votati all’attacco. Italia ’90 fu l’ultima competizione internazionale cui la Jugoslavia partecipò».
REMEMBER SAMPDORIA – Nel raccontare l’evoluzione del calcio nel suo paese, Katanec menziona anche la Sampdoria, la squadra per cui giocò dal ? al ?: «A livello di strutture abbiamo fatto notevoli progressi. Dal punto di vista dei giocatori si può fare di più: si lavora ancora troppo poco nel settore giovanile. E, se posso aggiungere, in ogni campionato ci sono troppi stranieri, che arrivano spesso in maniera molto facile. Quando io avevo firmato per la Sampdoria, Boskov e lo staff sapevano tutto di me: c’era il limite di tre “extra”, dovevi rendere altrimenti tornavi a casa». L’ultima domanda è proprio sul club blucerchiato e su quello Scudetto del 1991. Torneranno mai favole così? «Non saprei. Certo è che, quella squadra, era fortissima, con una figura come Paolo Mantovani che manca al calcio di adesso, figlia di un bellissimo gruppo. Mancini e Vialli, per esempio, quando arrivai mi fecero subito sentire a casa. Inoltre si dava continuità al lavoro, aspetto che adesso non si riesce più a tutelare».