2015

Ivan: «Convinsi Pecini in 45 minuti. Assomiglio a Krsticic, ma punto Iniesta»

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Sarà uno dei giovani della Sampdoria di Walter Zenga David Ivan, centrocampista slovacco reduce dall’annata in Primavera con la fascia da capitano dopo aver ricoperto il ruolo di vice di Mattia Lombardo due anni fa: il tecnico milanese ha confermato di volerlo tenere in rosa e continuerà a puntare su di lui, come fatto già in queste due amichevoli di Pinzolo contro Triglav e Trapani. Una mezzala, un regista, un playmaker davanti alla difesa: un centrocampista che può ricoprire più ruoli e che ai nostri microfoni si è raccontato, tra passato e presente.

«Mi ricordo quando Pecini venne a vedermi al Nitra: giocavo in Under 19, ma non ricordo precisamente quale era la partita. Mi dissero che era venuto e se n’era andato dopo il primo tempo, quindi penso gli fosse bastato vedermi giocare 45 minuti, anche perché poi dopo venni subito in prova alla Sampdoria. Poi feci tutto l’iter burocratico, tra esami e test. Il mio procuratore mi paragonava a Iniesta perché siamo simili fisicamente, entrambi bassi, giochiamo con velocità: ci piace giocare la palla davanti, ma io ho ancora tanto da imparare prima di poter diventare come lui. Però il ruolo è quello, sì, giochiamo nello stesso punto del centrocampo».

A proposito di centrocampo Ivan si è ritrovato a giocare nell’amichevole col Trapani in un doppio ruolo: «Appena entrato Pawel (Wszolek, ndr) ci ha detto che dovevamo giocare con il 4-1-3-2, quindi con un regista davanti alla difesa, poi però Nenad (Krsticic, ndr) ci ha detto che bisognava stare con due giocatori davanti la difesa: c’è stata un po’ di confusione. Poi il mister ci ha spiegato negli spogliatoi dove abbiamo sbagliato e che dovevamo tenere il 4-4-2 in fase di non possesso e in fase offensiva il 4-1-3-2. Dovevo fare il vertice basso, l’ho fatto negli ultimi 20 minuti, posso fare il regista davanti alla difesa, ma anche la mezzala. Assomiglio molto a Nenad, perché siamo entrambi giocatori dell’est Europa, è nella nostra caratteristica essere così, di mentalità battagliera, andiamo sempre di corsa, non ci arrendiamo mai e lottiamo sempre sulla palla».

Guardandosi indietro Ivan ricorda anche la scelta compiuta all’inizio della stagione scorsa, quella che l’ha portato a indossare la fascia di capitano in Primavera e rimanere un altro anno ancora con Enrico Chiesa: «All’inizio dell’anno ero un po’ nervoso, non sapevo se era la scelta giusta rimanere in Primavera: sono contento di essere rimasto, comunque, perché da gennaio ho iniziato ad allenarmi con la prima squadra. Allenarmi con loro è stato fondamentale, sono andato in panchina diverse volte in Serie A ed è stata un’esperienza bellissima. Sono contento di aver fatto quest’anno in più in Primavera: se tornassi indietro lo rifarei. Sono cresciuto molto grazie a Chiesa e Bellucci: con Mihajlovic non parlavo moltissimo, perché ero aggregato dalla Primavera, quindi con lui il rapporto era diverso».

«Ritrovare ora Bellucci è stato bellissimo, ci troviamo bene: è un ottimo allenatore oltre che un ottimo ex giocatore. Tutto il gruppo, in realtà, è molto unito, siamo molto contenti ed è gruppo bellissimo. Sia Chiesa che Zenga mi hanno dato e mi stanno dando tanto, perché hanno una grande carriera alle spalle: li ringrazio tanto».

In chiusura un pensiero anche sulla Primavera di due anni fa e quella dell’anno scorso, con giocatori pronti e altri che magari non lo erano ancora, o comunque si sono confrontati con un ambiente completamente nuovo: «Oneto, Massolo, Corsini e Luciani, che ha fatto tantissime presenze in Nazionale, sono sicuramente i più pronti della scorsa Primavera: possono avere una bella carriera. Quelli di due anni fa li sento ancora, sia Fenati che Dejori, anche Lombardo e Placido: alcuni di loro mi hanno spiegato che non è facile andare a giocare in Lega Pro. Quando si perde con la Primavera non dico che non succede niente, ma comunque stiamo crescendo, stiamo affrontando un percorso, quindi quasi non ci si pensa, non gli dai troppo peso. Loro invece se perdono hanno moltissima pressione, non è facile, quindi non sono abituati a questo tipo di vita».

In ritiro, però, chi è stato più vicino a Ivan è stato sicuramente Lulic, ma anche Puggioni: «Ero in stanza con lui, una bravissima persona: non me l’aspettavo che un giocatore così d’esperienza mi potesse stare così vicino. Non che gli altri non mi parlino, sia chiaro, però con lui ho avuto un ottimo rapporto. Con Lulic ci conoscevamo già, abbiamo fatto un anno in Primavera, la lingua è quasi simile, abbiamo la stessa età, quindi ci siamo alutati molto tra di noi».

A Ivan, prima dell’inizio dell’intervista, abbiamo mostrato anche le sue future caratteristiche in Football Manager 2016, in uscita il prossimo ottobre su PC, usando il database del quale SampNews24 sarà anche media partner: «Bisogna aumentare il colpo di testa (valore 6 su 20, ndr): l’anno scorso ho fatto quattro gol così», poi qualche risata sul fatto che per il titolo Sports Interactive sia un giocatore egoista e bravo con un solo piede, il destro: «Dai, ogni tanto uso anche l’altro, però!». Corretto invece il dato sulle rimesse lunghe: «È vero, non sono bravissimo». Il valore, in effetti, è 6 su 20.

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