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Italia, Evani: «Bosnia ottima squadra. Cambi? Non credo»

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Alberico Evani ha parlato in conferenza stampa alla vigilia della sfida di Nations League tra Italia e Bosnia.

Alberico Evani, vice ct dell’Italia, ha parlato in conferenza stampa alla vigilia della sfida di Nations League tra gli azzurri e la Bosnia.

BOSNIA – «Sappiamo che la Bosnia è un’ottima squadra, nelle tre partite che abbiamo fatto l’abbiamo battuta due volte, pareggiata una, ma ci ha sempre dato grossi problemi. Dovremo limitare questi rischi, mancherà Dzeko ma ci sono altri giocatori importanti, non è un calciatore che fa una squadra. Noi dovremo essere superiori per vincere la gara».

FORMAZIONE – «Stiamo valutando il recupero dei giocatori, forse qualcosina cambierà ma non credo molto rispetto alla formazione di Reggio Emilia».

NAZIONALE VINCENTE – «Noi stiamo lavorando da due anni, la crescita è stata importante, ci aspettiamo di farlo ancora molto. Per arrivare al livello delle migliori serve passi in avanti, ma la fiducia in questi ragazzi ci fa ben sperare. Non è dal risultato che sarà il mattone, ma è chiaro che vorremmo ottenerlo e faremo di tutto, se così non fosse questa squadra è proiettata in alto».

FLORENZI E BELOTTI – «Come ho detto prima, stiamo valutando tutti. Soprattutto loro perché si sono allenati a parte tutta la settimana, hanno dato tutto e sono stati molto utili. Sarà da valutare, ma loro sono motivati e vogliono esserci. Se non dovessero esserci particolari problemi saranno della gara».

MANCINI – «Credo che sia un allenatore, a parte carismatico, preparato. E coraggioso, perché si affida ai giovani, quando lo fai devi avere pazienza, dargli tanto. Lui ha convocato ragazzi che non giocavano ancora nei propri club e che poi sono diventati successivamente ottimi calciatori. Questa cosa piace anche al gruppo, considera tutti alla stessa maniera. Trasmette sicurezza, ha concetti di gioco propositivi che piacciono ai giocatori. È riuscito a formare un grandissimo anche con lo staff, non solo quello tecnico. Tutti remano dalla stessa parte e sono partecipi, i calciatori vengono in ritiro contenti».

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