2014
Invernizzi: «Oggi data importantissima per tutti i tifosi»
Otto anni alla Sampdoria da calciatore; quattro anni da mister degli Allievi Nazionali blucerchiati e due ad allenate la Primavera. Un vero cuore blucerchiato come pochi altri, che ha fatto di Genova e della Sampdoria una ragione di vita. Intervenuto ai microfoni di Radio Sportiva, Giovanni Invernizzi responsabile del Settore Giovanile della Sampdoria, è stato chiamato a fare il punto della situazione in casa Samp, tra il compleanno dell’eterna ragazza del ’46, la presidenza di Ferrero, l’elezione di Tavecchio e l’ipotesi Mancini per la panchina della Nazionale.
«Questa è una giornata importantissima per tutti i tifosi blucerchiati e chi ne fa parte o ne ha fatto parte. Mi sento un privilegiato, sono stato fortunatissimo nella mia carriera ad aver fatto parte della Samp dei tempi d’orio e aver giocato 8 anni con certi campioni. Per le mie caratteristiche – che non ero un fenomeno – sono stato sicuramente un privilegiato.
Purtoppo i compleanni segnano il tempo che passa e purtroppo si perdono dei compagni di viaggio e punti di riferimento, a partire da Mantovani, quando giocavamo ancora, per finire con Vujadin e l’amatissimo direttore Borea. Purtroppo quando ci sono i compleanni il tempo passa e non perdona nessuno.
Ferrero? Direi che c’è stata una grandissima ventata di novità, di rinnovamento, sulla base di una continuità legata alla storia. Ha grandissimo entusiamso, voglia di fare, grande attenzione per il Settore Giovanile quindi io direi che siamo in buone mani per dare continuità a questa società. La famiglia Garrone e Ferrero hanno voluto e vogliono il bene della Samp, Ferrero viene da un mondo cinematografico dove l’aspetto mediatico è quello principale, in pochi giorni ha fatto i giusti interventi, ha portato attenzione sulla nostra società.
Problemi del nostro calcio? È un argomento vastissimo, bisogna partire da una cultura del calcio che nel nostro paese è pressante, c’è poca voglia di giocare e divertirsi, poca voglia di partire dalle scuole per poi arrivare a una impostazione politica dettata anche dai vertici di attenzione delle società per il sistema del settore giovanile. Sicuramente qualche volta ho girato per l’Europa e le strutture ci penalizzano, è un discorso vasto, ma penso sia arrivato il momento per porre grande attenzioane e stilare programmi che faranno il bene del nostro calcio. Sarà un processo lungo e bisognerà lavorare con tanto sacrificio per arrivare negli anni furturi a essere di nuovo protagonisti.
Fiducia in Tavecchio? L’importante è che sia una persona che voglia il bene del calcio italiano in generale, se poi darà importanza al nostro settore tanto di guadagnato.
Una Samp di nuovo ai vertici? Sembriamo vecchi a dirlo ma erano tempi completamente diversi, non c’erano le televisioni con così tanta importanza. Dico che sarà difficile riproporsi a certi livelli. L’importante è mantenere un trend a livello societario che possa garantire alla nostra piazza non i massimi vertici ma comunque renderci protagonisti. Diventa difficile competere con potenze con stadi di proprietà.
Mancini in Nazionale? Roberto è un po’ che non lo sento, in questi anni ha dimostrato di essere un grande allenatore, un grande uomo con una grande capacità di lavoro fuori e dentro al campo. Uno come Roberto alla Nazionale o in qualsiasi club può fare solo che bene».