2013

Il Sensibile furioso e la Samp: «Mi chiesero di escludere Palombo»

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Pasquale Sensibile è un nome che non lascia mai indifferente un tifoso blucerchiato: lo si apprezza o lo si odia (sportivamente parlando) e non c’è via d’uscita. L’ultima intervista rilasciata dall’ex dirigente della Samp rischia di raffrorzare questa dicotomia: infatti, Sensibile ha parlato del momento blucerchiato e degli errori che gli si imputano nella sua gestione, dal giugno 2011 al dicembre 2012. Presente a Genova perché a pranzo con i quadri dirigenziali della Roma, Sensibile apre così: «Sono venuto a salutare gli amici della Roma ed il direttore Sabatini, che è stato il mio d.s. all’Arezzo e considero il mio secondo papà nel calcio». Intanto, il passato blucerchiato lo insegue: «L’esperienza alla Samp mi continua a procurare noie, vengo persino aggredito verbalmente – racconta Sensibile a “Il Secolo XIX” – Dieci giorni fa passeggiavo in Corso Italia e mi hanno urlato «pezzo di merda, paghiamo i tuoi errori». E’ normale? La gente crede a quello che sente».

Così, Sensibile racconta la sua versione dei fatti: «Alla Samp avevo tre obiettivi: ringiovanire la squadra, abbassare gli ingaggi e riportarla in A. Ho fatto tutto in un anno: questo è un fatto reale». I rapporti con i Garrone si sono letteralmente annullati: «Non ho più sentito nessuno – conferma il dirigente – Sono stato invitato al “Memorial Garrone”, ma ero all’estero e qualcuno ha avuto il cattivo gusto di strumentalizzare…». Intanto, è passato un anno dalla sua cacciata e Sensibile espone le sue sensazioni a riguardo: «Certe scelte hanno portato risultati, altre meno, ma il grave è farmi passare per il colpevole di tutto». Anche perché Piovaccari, scelto da lui insieme a Bertani per l’attacco della Samp post-retrocessione, segna a ripetizione in Romania: «Tutti ripetono: Piovaccari è stato qui sei mesi e non ha fatto bene. Quando le cose vanno male, ti dicono che contano i risultati – racconta l’ex dirigente blucerchiato – Parliamo di quelli. Quanti anni è stata la Samp in B? Uno. Io ho assolto il compito, anche di protezione della società. Questo è un risultato».

Ci si chiede allora perché Sensibile venga criticato in continuazione: «Questa è la domanda che rivolgo io. Mi sento gridare contro di tutto, ma io non ho mai scaricato colpe su chi mi ha preceduto. Oggi leggo che «il povero Osti deve ricostruire le macerie di Sensibile». Quali macerie? – chiede con forza l’ex d.s. – Quando è stato esonerato Ferrara, che è stata la causa delle mie dimissioni, la Samp dov’era? Con otto squadre alle spalle. Con quante ha finito il campionato? Cinque. Le altre sono chiacchere. Bisogna avere l’onestà di ammetterlo. E di scriverlo». L’accusa è di aver fatto lievitare il monte ingaggi: «Balle. Ho trovato 41 milioni e lasciato 25. Andate a controlare. Io ho fatto il contratto a Obiang e Krsticic da 250mila euro e qualcuno li ha portati a 500 e 600mila – ribadisce Sensibile – E perché non parliamo di Rodriguez preso a tre milioni a gennaio? Nessuno l’ha visto». Tuttavia, l’ex Novara ha speso molto: «Io ho rinforzato la squadra con tre prestiti e due scadenze di contratto: Maxi Lopez, Estigarribia, De Silvestri, Maresca e Poulsen. E di quella «squadra di merda di Sensibile» oggi in campo ci vanno ancora 8/11. Come mai?».

A precisa domanda, Sensibile articola meglio il suo concetto: «O la rifate quella squadra di merda o mi riconoscete anche i meriti. Io in un gennaio ho cambiato dieci giocatori – attacca Sensibile – perché il mio successore non ha fatto lo stesso? Ci sono state due sessioni di mercato dopo di me…». Eppure, il super ingaggio di Romero pesava sul bilancio: «E’ arrivato con un ingaggio alto e in conseguenza della promozione ha avuto vari bonus – ribadisce l’ex d.s. blucerchiato – Era un’operazione spropositata in B, ma volevamo dare un segnale preciso. E non ho fatto niente senza l’avallo della proprietà. Dovrei dirne tante di cose…». Sensibile è un fiume in piena: «Mi spiegate perché dieci giorni dopo che me ne sono andato Palombo è stato reintegrato e si sono dette tutte quelle cose sulla situazione? Che con Palombo mi è stata appiccicata una lotta personale che non c’è mai stata? – tuona il 42enne dirigente – Io ho ricevuto direttive dalla società nell’anno della B che si voleva voltarre pagina, anche a partire da Palombo. Poi Palombo poteva fare quello che voleva avendo un contratto, pure rifiutare il Real, ma io ho fatto le scelte e le rivendico sulla base di accordi societari».

Sulla vicenda del vice-capitano del Doria, Sensibile è parecchio loquace: «Io non ho niente contro Palombo, ma credo di avere il diritto-dovere di decidere d’accordo con la società. Nessuno ha riconosciuto che siamo stati in B un anno. Il Torino cinque. Senza contare che il 24 ottobre 2012 ho stretto la mano ai vertici societari per un prolungamento di contratto che non è mai stato firmato – aggiunge sgomento Sensibile – Esistono interviste in cui la società dice: «Il contratto di Sensibile è una formalità». Bisogna avere il coraggio di riconoscere questi fatti. Sono mesi che sto zitto e sopporto, leggo di tutto sul mio conto e vengo insultato ai semafori. Ai tifosi sampdoriani – che sono i più generosi che abbia conosciuto – vorrei mandare un messaggio di pace: io ho portato solo lavoro, serietà e risultati, senza mai cedere al populismo come altri. E’ ora di voltare pagina tutti quanti».

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