2013

Il ritorno del “Capo”

Pubblicato

su

Ormai si sa, un calciatore vive spesso la sua storia tra luci ed ombre, tra alti e bassi. Da un anno a questa parte quella del “Capo” può essere considerata una delle più enigmatiche: stiamo naturalmente parlando, per chi non lo avesse riconosciuto dal suo pseudonimo, di Enzo Maresca

«Credo di essermi comportato da professionista serio, dando il 100% ogni giorno, cercando di aiutare quelli più giovani pur sapendo di non essere preso in considerazione. Probabilmente lascerò la Samp questa estate», raccontava il centrocampista ai tifosi doriani al termine dello scorso campionato, facendo sentire la propria voce attraverso il suo profilo Twitter. Come mai queste parole? Fondamentalmente, per una stagione vissuta dietro quinte e mai sul palcoscenico.

Poco più di dodici mesi orsono, uno tra i più importanti colpi di mercato della Sampdoria targata Sensibile (agosto 2012) portava proprio il suo nome, quello di un Maresca che approdava nella Genova blucerchiata dopo un’esperienza durata due anni con la maglia del Malaga. Questo l’usuale e pragmatico annuncio ufficiale della società – «L’U.C. Sampdoria S.p.a. comunica di aver sottoscritto un contratto economico con il calciatore Enzo Maresca (nato a Pontecagnano Faiano, Salerno, il 10 febbraio 1980)» – emesso il penultimo giorno di agosto, annuncio che soddisfava finalmente la richiesta dell’amico ed ex compagno di squadra Ciro Ferrara, nel frattempo approdato sulla panchina doriana, che aveva individuato in lui la miglior scelta cui affidare le chiavi del centrocampo blucerchiato.

Sceso in campo per la prima volta al Ferraris con la divisa della Samp nella sfida vinta con il Siena per 2-1, mostrò subito di saper tenere le redini della squadra (colpì, tra l’altro, una traversa, episodio che pare non portare bene). Poi la sua prima rete blucerchiata, su calcio piazzato, in una sfida sfortunata e terminata nel peggiore dei modi con i gialloblu del Chievo Verona. Qualche settimana più tardi arrivarono gli ormai famosi esoneri, quello di Sensibile, per una gestione delle sue funzioni non condivisa da Corte Lambruschini e l’altro, altrettanto clamoroso, motivato dai pochi punti raccimolati nella prima parte del campionato, del tecnico Ciro Ferrara, che fortemente aveva voluto Maresca a Genova. Pertantola svolta: fuori mister Ferrara, dentro il più esperto Delio Rossi e, subito dopo, fuori squadra Enzo ed al suo posto dentro la mischia Nenad: meno esperienza, più freschezza e fantasia.

Con uno score di 16 presenze e 3 gol siglati (da ricordare la splendida rovesciata sotto la Sud, in un piovoso pomeriggio, con palla finita in fondo alla rete contro l’Atalanta) si conclude una stagione non affatto felice per il centrocampista campano, che aveva accettato la Sampdoria con la convinzione di poter offrire da un lato un determinante contributo alla squadra e dall’altro di poter trovare l’ambiente giusto per poter esprimere al meglio le sue qualità.  Ma haimè, spesso le scelte dell’allenatore ed altre volte una serie di infortunii, hanno impedito a Maresca di ritagliarsi quello spazio a centrocampo da lui e dai tifosi tanto desiderato e che invece, col passare del tempo, si è fatto sempre più stretto, tanto da finire con l’esclusione costante ed infine a rappresentare l’ultima scelta in mediana.

L’estate di quest’anno poi, per Maresca, è stata un periodo molto particolare e sofferto, quasi una similitudine con quanto capitato a Palombo, Maresca viene estromesso dalla rosa e, in qualità di esodato, si allena a parte e non nel gruppo, facendo il solco sull’erba del campo di Bogliasco, insieme agli altri due “aventiniani costretti”, Poulsen e Juan Antonio. accomunati anche dalla ricerca di una nuova sistemazione: «non rientra nei piani della società», parola del ds Osti per fotografare la posizione di Maresca. Sono stati quindi tre mesi difficili, duri, pieni di fatica alternata alla speranza, perché tutto quello che un calciatore desidera di più è l’avere la fiducia della sua società e la possibilità di esprimere in campo tutte le proprie potenzialità in campo. Accostato prima al Torino, poi ad alcune squadre inglesi e per ultimo alla Fiorentina, Enzo alla fine rimane a Genova.

Ora – “finalmente”, dicono in tanti – il “Capo” è rientrato a lavorare in gruppo, dopo mesi di oblio, fatica ed incertezza sul futuro, che non sembravano passare più. Per la gioia dei molti suoi estimatori, anche alla luce della partenza estremamente negativa in campionato, un elemento di esperienza si aggiunge alla rosa forse un po’ troppo giovane ed immatura che dovrà conquistare, con impegno e sacrificio, quello che forse non dovrebbe essere un obiettivo ma una certezza da assicurare ai numerosissimi, fedeli ed impareggiabili tifosi che, ogni anno, rinnovano anch’essi con sacrifici l’amore verso la propria squadra, tingendo di blucerchiato gli spalti del L. Ferraris: la permanenza in serie A!

Che arrivi per Maresca già la convocazione per la gara – ormai diventata fondamentale – con il Torino di domenica 6 ottobre (sarebbe passato un anno esatto dal suo primo gol blucerchiato), è tutt’altro che certo. Un posto a centrocampo per lui, nel nuovo 4-4-2 di Delio Rossi calzerebbe a pennello, magari (perché no?) al fianco di Palombo, giocatore di certa affidabilità che però, secondo il mister, deve riprendere confidenza con il ruolo.

Il Capo è tornato?

Exit mobile version