2014
Il pagellone di SN24 – Vedran Celjak
Fosse stato per lui, magari, avrebbe iniziato la stagione a Benevento. Vedran Celjak non poteva immaginare l’esito della sua esperienza al Padova. Una cosa è certa: dopo un campionato di più bassi che alti, colmato da diversi infortuni, in quel di Grosseto, si attendeva il riscatto. Si può dire che, in parte, c’è stato. Per fortuna c’è il calciomercato di metà stagione, quello di gennaio, che risolve tutto. Riavvolgiamo il nastro.
7 agosto 2013, il Padova annuncia l’ingaggio di Celjak dalla Sampdoria. La formula è il prestito con diritto di riscatto. Il croato è contento. La piazza biancoscudata, una delle big della Serie B, rappresenta l’occasione giusta per dimostrare le sue qualità. L’obiettivo è riscattare l’annata di Grosseto, una stagione tutta da dimenticare. Maniche rimboccate, come sempre, il classe ’91 non è uno che si arrende facile. Determinato e con un unico pensiero in testa: il calcio. La sua più grande passione. Tuttavia, ai piedi dei colli euganei non vive una bella avventura. Le prime tredici giornate sono un alternarsi di panchine e tribune. Non trova spazio con la gestione Marcolin, ma scende in campo quando al timone del Padova c’è Mutti. Il debutto arriva il 16 novembre nella sfida all’Euganeo contro il Brescia, Celjak rileva Radrezza e gioca 18 minuti. La prestazione convince il trainer bergamasco che decide di impiegarlo in altre occasioni: Bari, Crotone e Cesena per un totale di trenta minuti in tutto. Successivamente, dopo due tribune ritorna in campo contro il Siena. Stavolta da titolare, giocando per tutto l’’arco dei novanta minuti. Storia di un amore mai nato, perché Celjak ritorna tra panchina e tribuna. Gennaio è l’occasione per cambiare aria. A bussare alle porte del Padova c’è il Benevento.
31 gennaio 2014, ultimo giorno di calciomercato. Celjak è in ritiro quando gli viene comunicato il trasferimento nel Sannio. Al croato torna il sorriso, a Benevento sta bene e scendere di categoria non è un problema. In giallorosso ritrova Fabio Brini, una sua vecchia conoscenza ai tempi del Pergocrema. Il debutto con la maglia della strega non tarderà ad arrivare: 16 febbraio, Beneveto-Gubbio. Dopo cinque minuti Dicuonzo si fa male e chiede il cambio, Brini lancia a freddo Celjak. Il terzino di Zabok inizia a prendere feeling con il terreno del Ciro Vigorito, ma soprattutto con un ambiente diverso e pieno di entusiasmo. Diventa sin da subito, per impegno e qualità, un beniamino dei tifosi giallorossi. In città si parla bene di lui: professionista e di categoria superiore. Magari, qualcuno li a Padova, si sarà anche mangiato le mani. Celjak continua la sua esperienza ai piedi della Dormiente, collezionando presenze su presenze, tutte da titolare. Il croato conosce bene il suo ruolo e ne da dimostrazione: si propone spesso in sovrapposizione e aiuta a costruire la manovra in fase di attacco, torna indietro quando c’è da difendere e mette i bastoni tra le ruote a chi cerca di dribblarlo. Oltre che in campionato, viene impiegato anche nei play-off contro il Lecce, sia andata che ritorno.
Gioca una seconda parte di stagione ad alti livelli: 10 presenze e 892 minuti giocati, al Benevento, a fronte delle 5 presenze e 138 minuti al Padova. Nonostante questo buon risultato, con i giallorossi non riesce a raggiungere l’obiettivo societario: la promozione in Serie B.
Come detto, fosse stato per Celjak, avrebbe iniziato la stagione al Benevento. La piazza beneventana, ambiente tranquillo e con poche pressioni, ha rappresentato un vantaggio per il rilancio del terzino croato. Se non dovesse restare in terra sannita, non è escluso un ritorno in cadetteria. Il voto? 6,5. Il riscatto, quello che tutti si aspettavano, c’è stato.