2013
Il pagellone di SN24 – Tommaso Berni
Ferrara lo chiama, lui risponde. Arrivato ufficialmente il 24 agosto 2012, dopo un breve periodo di prova in attesa del nullaosta, Tommaso Berni entra a far parte del gruppo Sampdoria: una rosa aperta, vogliosa di fare bene con una promozione dalla Serie B sulle spalle. Prima di questa esperienza, rispettivamente in Portogallo e in Italia con le maglie di Sporting Braga e Lazio, non ha calcato molte volte il terreno di gioco da titolare e le sue presenze non aumentano; la stessa cosa succede a Genova, quando in primo luogo avrebbe dovuto sostituire lo squalificato Da Costa e fare da secondo a Romero.
Sono tre le partite giocate dall’estremo difensore, di cui una in casa al Ferraris e altre due in trasferta: esordisce, infatti, all’Adriatico contro il Pescara, nella gara vinta 3-2 ai blucerchiati ma terminata non nel migliore dei modi visto lo scarto di reti che pian piano andava accorciandosi; per lui c’è spazio anche al Tardini di Parma, nel cui stadio, però, arriva una sconfitta pesante per le sorti future, portata dalla doppietta di Amauri: episodio sfortunato il suo, essendo subentrato al portiere dell’Argentina nel momento del rigore, poi realizzato, da Amauri. Veste i colori del Marinaio per la prima volta davanti al proprio pubblico nella partita casalinga che vedeva ospite il Cagliari: basta Dessena per annientare la compagine doriana. Cinque i gol al passivo, ma prestazioni, nonostante tutto, convincenti. In seguito al rientro del brasiliano in panchina, l’ex Salernitana perde il posto, assumendo così un ruolo particolare a Bogliasco.
Gentile con i tifosi, disponibile a foto e autografi, benevolo nelle opere di beneficenza, parecchie partecipazioni a feste di Club in onore della Sampdoria: tutte virtù che non rientrano nell’animo di chiunque. Berni è molto più di un giocatore: quando può aiuta, e lo fa partendo dai compagni, i quali ricambiano l’affetto più di una volta; basti ricordare l’abbraccio, tra i più significativi, con Eder, subito dopo quella punizione che offre il momentaneo vantaggio alla compagine di Rossi. Uno schema provato e riprovato in allenamento, un consiglio, forse, offerto proprio da lui all’attaccante. La voglia di restare, pur occupando un posto in panca, la voglia di Sampdoria che lo avvolge fanno di lui un personaggio particolare, un’icona per i giovani e un amico di viaggio per altri esperti quasi quanto egli.
Il voto, seppur da prendere con le pinze, rappresenta una piena sufficienza: un 6, però, tutt’altro che politico.