2014
Il pagellone di SN24 – Sergio Romero
Il 22 agosto 2011 i tifosi sampdoriani sorrisero di felicità all’idea di avere a difesa della propria porta il portiere dell’albiceleste. Nella meraviglia dei sostenitori blucerchiati, a fronte dell’operazione portata avanti dall’allora d.s. Pasquale Sensibile, si celava un interrogativo: come mai il portiere della nazionale argentina accetta un declassamento nella Serie B italiana? La Sampdoria è una squadra ambiziosa, Genova è una splendida città e i soldi fanno la felicità (anche in Serie B), già perché quello che venne sottoscritto, con la mediazione dell’abile Mino Raiola, con il portierone di Bernardo de Irigoyen è un quadriennale assai oneroso.
Da quel giorno di fine agosto ad oggi è passata tanta acqua sotto i ponti: nonostante un Da Costa super in formato playoff, la Samp riparte in massima serie con Romero titolare, il ragazzino (El Chiquito) alterna grandi prove a disattenzioni che gli costano il posto. La società decide perciò di non puntare più su Romero, un portiere troppo discontinuo, al netto degli 1.7 milioni percepiti all’anno. Il Monaco pare essere la soluzione giusta per ripartire e per alleggerire il bilancio blucerchiato, ma in maglia biancorossa Romero non si fa di certo rimpiangere: nel Principato passa una stagione anonima, nell’ombra del croato Subasic. Ranieri impiega con il contagocce l’ex 22 blucerchiato, affidandogli le chiavi della porta monegasca nei turni di coppa. El Chiquito colleziona così un misero bottino: 828 minuti di gioco distribuiti in 9 presenze, condite da 7 reti subite. Prestazioni non di certo incoraggianti (chiedere al Guingamp, beneficiario dell’indecisione di Romero nella semifinale di Coupe de France), che hanno rimarcato le difficoltà che lo stesso Romero aveva evidenziato nel biennio genovese. Anche in nazionale le performances non soddisfano a pieno (ne è emblema la papera nella gara di qualificazione ai mondiali con il Paraguay), sollevando spesso nell’opinione pubblica un dualismo con il catanese Andujar.
Nonostante lo scarso utilizzo e le perplessità della critica, il C.T. Sabella ripone in Romero una fiducia insperata, sarà Sergio infatti a difendere i pali della Selección nella spedizione brasiliana. Il club monegasco ha paventato indirettamente l’intenzione di non esercitare il diritto di riscatto, puntando nuovi elementi per la porta; la Sampdoria d’altro canto non desidera accollarsi nuovamente il faraonico stipendio, che tanto fece discutere in passato. Il futuro dell’estremo difensore è un rebus, che dovrà passare necessariamente dal Brasile: giusto viatico per i bilanci della società di Corte Lambruschini, oltre che per il futuro dello stesso Romero. Non passa in secondo piano il fattore Mino Raiola, agente che non eccelle né nelle spalmature d’ingaggio, né nel lasciare a spasso i propri assistiti. Romero è un portiere che divide la folla, dotato di buon fisico e ottimi riflessi è capace di parate straordinarie; al contempo non dimostra, nell’arco di un campionato intero, l’affidabilità richiesta. Non resta che augurare a Romero un buon Mondiale, per riscattarsi da un’annata pienamente insufficiente.