2013
Il pagellone di SN24 – Maxi López
Era arrivato come il profeta dai lunghi capelli d’oro, l’uomo che avrebbe dovuto garantire gol ed esperienza per una tranquilla salvezza a tinte blucerchiate. A posteriori, è facile dire come la stagione di Maximiliano Gastón López sia stata tutt’altro che esaltante: gli sprazzi iniziali non salvano un’annata deludente, sebbene questa sia stata condizionata pesantemente dagli infortuni. L’argentino, alla quarta stagione nella massima serie, ha toccato il minimo storico di gol realizzati e forse non è un caso: il numero 10 blucerchiato non ha mai fatto sognare veramente i tifosi e lascia un amaro in bocca. Col senno di poi, si sarebbe potuta fare un’altra scelta.
Peccato, perché il suo arrivo a Genova aveva suscitato grandissimi entusiasmi. Certo, anche qualche mugugno: alcuni supporters facevano notare come i 20 gol di Nicola Pozzi venissero messi da parte troppo di fretta, mostrando anche una certa irriconoscenza. Tuttavia, la venuta di un giocatore così importante – che era reduce da sei mesi al Milan vice-campione d’Italia – fa sussultare i tifosi, contenti di quest’operazione: prestito di due milioni e mezzo di euro e riscatto previsto a sei milioni. Qualcuno è perplesso dall’eccessivo costo dell’eventuale acquisto del cartellino, ma a questo ci si penserà alla fine della stagione: ora è tempo di mettere la bionda chioma alla prova.
Le prime apparizioni sono non solo incoraggianti, ma lasciano sognare: Maxi timbra subito a Castellamare di Stabia in Coppa Italia, sebbene la Samp venga eliminata. Poi entra a “San Siro” contro il Milan per una comparsata, prima di realizzare un gran gol contro il Siena e bucare il Pescara due volte, dando l’impressione di essere immarcabile. Inoltre, nonostante sia un attaccante diverso da Pozzi, l’intesa con Eder pare buona. Nel 4-3-3 di Ferrara, sembra l’interprete migliore per il ruolo di centravanti. Invece, sarà solo una fiammata: le prestazioni successive fanno vedere la buona volontà dell’argentino, ma la sua poca mobilità e la scarsa vena realizzativa lo tengono lontano dai clamori di inizio campionato. Quando poi arriva anche l’infortunio al menisco esterno del ginocchio sinistro, contro l’Atalanta a fine ottobre, López sa che dovrà operarsi e stare lontano dal campo per un paio di mesi.
Purtroppo per lui, se Pozzi è infortunato, Icardi sta benissimo: “Maurito” gli ruba tutto nel giro di due mesi, gloria e reti a grappolo. Quando il biondo attaccante rientra in Samp-Pescara di gennaio, è una comparsata per verificare la sua condizione, ma sa come la sua avventura alla Samp si sia terribilmente complicata. Subentra diverse volte, in poche altre gioca dall’inizio, ma in generale non convince: esattamente come prima dell’infortunio. Lui dice a più riprese di voler dimostrarsi di meritare la permanenza nella Genova blucerchiata, ma la verità è che sono poche le occasioni in cui lo dimostra: il rigore segnato a Cagliari è solo per la gloria personale, mentre la migliore prestazione arriva nell’ultima occasione con il Doria, quando gioca proprio contro il Catania.
La verità è che Maxi López avrebbe potuto sperare in un’altra stagione senza l’infortunio contro l’Atalanta; se poi quest’annata sarebbe potuta essere migliore, questo non lo sappiamo. Con la sua presenza in campo – dati alla mano – non avremmo scoperto Mauro Icardi, non ci saremmo salvati con largo anticipo e forse non avremmo neanche incassato tutti i soldi dati per l’argentino dall’Inter. Insomma, siamo cascati in piedi; non tanto Maxi López, che invece può derubricare quest’annata come deludente e tornare a Catania in attesa di sistemazione.
Personalmente, gli conferisco un voto corrispondente a 5: la stagione è stata condizionata dall’infortunio autunnale, ma mi aspettavo decisamente altro da un giocatore esperto come lui, che per altro aveva alle spalle già tre stagioni e 23 reti in Serie A.