2014
Il pagellone di SN24 – Alessio Sestu
Il mercato invernale non sempre regala diamanti dalla brillantezza e purezza perfette, talvolta tali ma del tutto non idonei alle caratteristiche corali del momento. Questo lo strano caso di Alessio Sestu, arrivato come luce dal cielo il 31 gennaio, alla chiusura effettiva dei battenti dell’hotel più rinomato per gli scambi in ambito calcistico: prestito con diritto di riscatto, tante speranze e poche certezze nel tentativo di risollevare mediante le proprie doti la situazione di classifica della Sampdoria.
Mihajlovic crede in lui a tratti, lo inserisce nel punto di maggiore sforzo della partita più importante della stagione: il derby della Lanterna come salvagente per restare a galla, una sfida a pari livello con i cugini rossoblu la quale si rivelerà determinante per intraprendere un nuovo percorso imbastito dal tecnico serbo in quel di Genova. Al 79′ la lavagna luminosa si accende, conferma l’uscita di uno sfinito Eder per far posto all’ex Chievo, che addirittura ha l’occasione per chiudere i giochi ed entrare in un battito di ciglia nei cuori dei tifosi – quasi come Maxi Lopez con il primo sigillo dal suo ritorno – ma liscia clamorosamente a due passi da Perin. Poco male, la partita è vinta, la supremazia cittadina riconquistata, nessuno ci pensa.
Eccetto Sestu, però, che vuole a tutti i costi dimostrare di meritare questa maglia. Il centrocampista ottiene una possibilità nella trasferta di Parma, in un match a senso unico per gran parte della durata complessiva vinto poi dai ducali. Entra a venti minuti dal termine ancora una volta al posto di Eder, anche in questa circostanza senza riuscire a raddrizzare il risultato con un guizzo dei suoi.
Ora che la stagione è giunta alla conclusione cresce il rammarico per non aver avuto la fortuna di ammirare cotanta dimestichezza con la palla di un giocatore del suo calibro che sia a Siena sia a Verona ha portato gioia tra la gente. Perché è tutt’altro che garantita la sua permanenza in Liguria. E lascia il capoluogo privo di voto, per il minutaggio non troppo ampio.