2015

Il pagellone di SN24 – Afriyie Acquah

Pubblicato

su

Il ghanese è a mio avviso il più incisivo acquisto proveniente dal mercato di riparazione invernale e vorrei partire proprio dal presupposto che i tre milioni di riscatto (che quasi sicuramente non verrà esercitato) li vale tutti, senza se e senza ma. Dopo aver bruciato la concorrenza dell’Udinese nelle ultime ore di calciomercato, il centrocampista sbarca a Genova fra l’entusiasmo generale: le qualità del giocatore si conoscono, anche se non sono mai state riconosciute appieno, e il ds Osti esprime tutta la sua soddisfazione: «Lo abbiamo inseguito quest’estate ma non è stato possibile prenderlo, oggi invece arriva in prestito dall’Hoffenheim con un diritto di riscatto a nostro favore. E’ un centrocampista con capacità che a noi mancavano e che sarà molto utile».

Certo è che avrebbe meritato di più delle 10 presenze concessegli da Mihajlovic, specialmente se al suo posto gli viene preferito un ormai logorato Palombo. Sarà un caso ma, quando gioca lui, la squadra perde solo contro Chievo (partita di debutto con la casacca blucerchiata) e Lazio (sconfitta viziata dalla trattenuta di Klose che tutti ben ricordiamo), mentre durante l’inspiegabile serie di 4 giornate nella quale il mister lo relega in panchina, la squadra riesce a raccimolare solamente due miseri punti: qui incomincia la fase più ostica del campionato, arrivano le batoste di Fiorentina e Napoli, si buttano punti e il centrocampo non riesce più a costruire gioco, nè a tenere un pallone. Sarà un caso anche questo, no?

In ogni partita lega tecnica a tanta grinta e dimostra anche un certo attaccamento alla maglia ( nel derby sfodera una prestazione di grande carattere), fattori che si notano parecchio quando è schierato negli 11 titolari: il ’92 di proprietà dell’Hoffenheim corre, lotta e recupera palle ogni volta che il serbo punta su di lui e trova anche il gol in blucerchiato (credo l’ultimo, ahimè) contro l‘Udinese, società che concorreva per averlo in rosa. Come se non bastassero i motivi per trattenerlo a Genova, a rincarare la dose ci pensa un certo Yaya Tourè, che dopo la finale di Coppa D’Africa persa dal Ghana ai rigori, spende preziose parole per il giovane Afriyie: «Finita la partita, lui mi ha chiamato e abbiamo parlato: mi ha detto che avevo giocato bene – confessa Acquah – e che un giorno avrei preso il suo posto al City. Per adesso il mio City è la Samp. E con Touré ci sentiamo ancora».

Abnegazione, mentalità offensiva e voglia di mettersi in gioco (dato che il club tedesco detentore del cartellino non vede l’ora di liberarsene) fanno di lui un centrocampista completo, che mancherà non poco alla Samp che verrà: non si può che dargli un meritatissimo 7.

 

 

Exit mobile version