2013
Il Ferraris vuole rinnovarsi, ecco il disegno del progetto
In questo periodo non si parla solo del nuovo stadio, ma anche di un possibile riammodernamento del “Luigi Ferraris”.
Proprio questa mattina sulle pagine di uno dei più importanti quotidiani genovesi, il Corriere Mercantile, sono apparsi due articoli che parlano proprio di un progetto presentato nel 2009, che prevedeva la ristrutturazione dello stadio, che sembrava essere stato accantonato.
Questo piano verrà presentato alla IV Commissione Sport e Cultura, che si sta accordando per una riunione a Palazzo Tursi; come per il nuovo stadio, prima di procedere agli studi progettuali ci deve essere un parere favorevole della commissione competente, infatti come afferma Leonardo Chessa, presidente della IV Commissione Sport e Cultura: «La nuova amministrazione vuole rivedere tutto», spiega sulla pagine del Corriere Mercantile.
Questo, stando a quanto riporta il Corriere Mercantile, dovrebbe essere il disegno del progetto: «Due torri supplementari da 36 metri d’altezza. Una struttura a specchio agganciata alla tribuna, che conserverebbe la facciata storica. Una piastra sopraelevata, lato Bisagno, che sovrasta un parcheggio, sulla cui sommità trova spazio un nuovo parco urbano da 18 mila metri quadrati. Una capienza di poco meno di 33 mila posti, contro gli attuali 36.569».
A grandi linee è questo il nuovo look che l’architetto Roberto Burlando e l’ingegner Attilio Brichetto vorrebbero per il nuovo “Ferraris”; un progetto che costerebbe 50 milioni di euro e 3 anni di lavoro; solo un’estate per adeguare gli spalti. La vecchia struttura non verrebbe toccata, tutto si costruirebbe attorno a quella attuale, per non «sconvolgere il quartiere e per regalargli un nuovo, grande spazio verde» come dice Burlando al Corriere Mercantile.
Resta da capire se tutto questo “sconvolgimento” sia possibile, infatti è noto a tutti che il “Ferraris” sorge in una zona particolare, soprattutto per quanto riguarda i rischi idrogeologici. Su questo punto le autorità competenti dovranno valutare e poi successivamente decidere se sia possibile un’opera del genere, opera che, a detta dei responsabili, «non voleva essere una risposta alla voglia della Sampdoria di costruire un impianto nuovo».