Il doppio ex Pesaresi: «Domenica le motivazioni faranno la differenza» - Samp News 24
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2013

Il doppio ex Pesaresi: «Domenica le motivazioni faranno la differenza»

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Domenica sarà una sfida speciale per un doppio ex, Emanuele Pesaresi, che passò alla Lazio nel 2000/01 quando fu richiesto da Eriksson che lo aveva allenato alla Sampdoria. Così, alla vigilia della sfida di campionato tra Lazio e Sampdoria, la redazione di Lalaziosiamonoi.it lo ha intervistato in esclusiva.

Quella di domenica potrebbe essere una partita scontata viste le motivazioni delle squadre: «Di scontato nel calcio non c’è nulla, però sicuramene la Lazio parte da una situazione completamente diversa. La Sampdoria giocherà la sua partita rilassata senza problemi né particolari obiettivi, alla lunga le motivazioni fanno la differenza».

Stagione particolare della Lazio con problemi in difesa e di inforuni: «A questi problemi aggiungerei anche l’infortunio di Klose, che ha dimostrato di essere un giocatore determinante, un trascinatore, un fenomeno. Hanno inciso entrambi gli aspetti. Ho visto la partita contro la Juventus e la Lazio ha schierato una difesa completamente inedita con Stankevicius che veniva da quasi un anno di inattività, sono situazioni che vai a pagare. La Lazio è stata considerata l’anti-Juve per la prima parte di campionato, se avesse avuto un po’ più di fortuna poteva essere una delle squadre che avrebbe ambito alla Champions League. L’allenatore è molto bravo, i giocatori anche, ha fatto comunque un gran campionato».

L’attesa però sembra essere tutta per il derby di coppa: «Già un derby in città importanti come Roma, Genova, Torino e in parte Milano vuol dire tanto, figuriamoci in una finale di coppa. I ragazzi staranno attenti ad arrivare al 1000% alla partita dell’anno, quella che determina una stagione. C’è in palio un trofeo ed a Roma è quasi più importante che la qualificazione all’Europa League tramite il campionato».

Tornando alla tua esperienza laziale, tanto rammarico: «Le premesse erano diverse, ma a quell’epoca se il mister decideva così, e lui mi conosceva bene, evidentemente reputava più all’altezza altri compagni che giocavano nel mio ruolo. Non ho comunque rimpianti perché è stata un’esperienza meravigliosa in una squadra e in una città stupenda, la ricordo con immenso piacere. Mi sarebbe piaciuto avere più possibilità di mettermi in mostra, così non è stato ma le responsabilità sono sicuramente anche le mie».

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