2015

Il commento tecnico: Due minuti di follia e un grande punto interrogativo

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Se pensiamo ai primi dieci minuti dei due tempi della partita di ieri contro il Frosinone non possono non sorgere mille interrogativi. L’inizio del primo tempo blucerchiato al Matusa è stato strepitoso ed estremamente divertente. La ragione principale di questo bel assolo, culminato sciaguratamente con il palo di Muriel (poi sparito dal campo per tutto il resto della gara), si trova nella disposizione spiccatamente offensiva della Samp e nella difficoltà degli uomini di Stellone ad arginare tali estreme spaziature fra i reparti pensati da Zenga.

La presenza sul campo di Cassano, Eder, Muriel, Soriano e Carbonero, coadiuvati dalla spinta costante di Pereira e Zukanovic ha completamente scardinato le idee di partenza dei padroni di casa. Stiamo parlando dei primi dieci minuti ovviamente. Il vero peccato per la Samp è stato non trovare il meritatissimo gol che avrebbe messo la partita su binari diversi. Pazzeschi e diametralmente opposti sono stati, invece, i primi dieci minuti della ripresa. Pronti via ed ecco l’ennesimo orrore della catena di sinistra blucerchiata. Sovrapposizione di Rosi, non seguito da Soriano, e cross morbido a trovare uno smarcatissimo Ciofani, marcato da Regini completamente girato di spalle, che manca il bersaglio di pochissimi centimetri. La pressione del Frosinone, bravo e fortunato ad ottenere sette corner senza tirare mai in porta, ha portato al gol dell’1-0. Orrore mostruoso se pensiamo che, non marcando sciaguratamente a zona come chiesto da Zenga, si sarebbe potuto decisamente evitare. Inoltre, se guardate bene, anche Ciofani, posizionato dietro Paganini, si trova davanti a Regini pronto a colpire. Ma come si fa a marcare così male ripetutamente su situazioni di palla inattiva? La rete del 2-0, pochi secondi dopo, ha ricordato terribilmente una delle reti subite contro il Vojvodina nell’andata dell’Europa League. Un lancio di prima di Chibsah (ieri sembrava Yaya Toure) che ha colto totalmente fuori posizione i due centrali.

Incredibile pensare alla estrema diversità dell’inizio dei due tempi di gioco da parte della Sampdoria. Potremmo parlare del modulo e dell’eccessivo piglio offensivo dei giocatori in campo. Potremmo ma sarebbe un errore. Fosse entrato il tiro di Muriel saremmo tutti a dire “finalmente” oppure “bravo e coraggioso Zenga“. La realtà dei fatti, purtroppo, dimostra che la Sampdoria ha dei mostruosi cali di attenzione e intensità lungo le partite. Ieri mancavano Barreto e Fernando ma non è stato il centrocampo la zona di campo in cui la Sampdoria ha sofferto di più. La catena difensiva di sinistra ha dato il peggio di sé. Male,malissimo Zukanovic contro Paganini. Non solo: non efficace e pieno di errori anche il lavoro in aiuto sia di Soriano che di Regini, inadeguato nel ruolo di centrale. A sinistra la Samp ha sofferto letteralmente le pene dell’inferno. Vero che a destra, soprattutto all’inizio, Pereira ha faticato contro Soddimo (sì, quel Soddimo) ma è altrettanto vero che il giovane terzino ne ha progressivamente preso le misure durante la gara. A centrocampo la mossa di Ivan come regista è stata, secondo me, insufficiente. Il ragazzo ha un bel temperamento e una ottima attitudine ma si è quasi sempre girato dal lato sbagliato nella gestione del pallone, spesso toccando la sfera una volta di troppo. L’unica nota positiva del reparto è stata Carbonero, a mio avviso inspiegabilmente tenuto in panchina in queste prime giornate. Con il Frosinone schierato nella fase difensiva le soluzioni sono state troppo spesso lente nello sviluppo e poco incisive nell’attacco della profondità. Molte, troppe le velleità nella gestione del pallone. Insomma poca concretezza e scelte offensive immature, soprattutto se contiamo i tentativi di calciare in porta da quaranta metri senza pretese. A centrocampo si è cambiato il passo solo all’inizio della gara, merito soprattutto di Cassano. Il giocatore barese è stato l’unico spiraglio di luce della giornata nella costruzione di gioco. Tocchi di prima, gestione del pallone funzionale al movimento dei compagni e pochissimi errori di lettura. Ne avrebbero dovuto beneficiare Eder e Muriel. Il primo ha quasi sempre concluso l’azione poco qualitativamente. Il secondo, praticamente, non ha giocato. La Sampdoria, dopo il 2-0, ha smesso di essere efficace perchè non è una squadra in grado di giocare contro le difese schierate. Non a caso quando subisce gol e gli avversari si chiudono fatica a riprendere la gara. Non a caso quando gioca contro squadre più forti, che conducono la partita, tende a fare meglio perchè può sviluppare contropiede. 

Non è stata la prestazione peggiore della stagione ma, senza dubbio, è stata la gara che finora ha mostrato più evidentemente i limiti di questa Sampdoria. Cali di concentrazione, scarsa continuità nello sviluppo del gioco e difficoltà nell’affrontare una difesa schierata. Le scelte di Zenga, coraggioso sicuramente nel proporre il tridente, fanno discutere soprattutto per quello che non sono state, una volta andati sotto nel punteggio. Vero che al momento Regini fatica a starci in questo contesto e che Zukanovic non ha la gamba per fare un lavoro continuativo di spinta e rientro. Vero anche che c’erano degli assenti importanti e che non è facile trovare equilibri in corsa. Tutto vero ma gli alibi e i condizionali aiutano il giusto. Perdere partite come questa può segnare negativamente una stagione e levare sicurezze a tutto l’ambiente. Inutile però essere eccessivamente disfattisti oppure pensare che si è perso per il tridente, per colpa di tizio o di caio. Il Doria ha perso contro un modestissimo Frosinone e ha regalato ai ciociari tre punti che nemmeno a Natale potevano sognarsi. Qual è la vera Sampdoria? Speriamo che mister Zenga abbia una risposta a questa domanda. A proposito: la gestione di Angelo Palombo dell’allenatore lombardo ha toccato ieri il suo apice negativo. Difficile sarà recuperare psicologicamente il capitano per questo campionato. 

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