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2015

Il commento tecnico: Due lampi nel sonno

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Il Doria conquista tre punti con carattere, pazienza e un pò di sana fortuna contro un Bologna in divenire, bruttino ma solido. Verrebbe da sprecarsi nei complimenti per il duo Soriano-Eder, i veri colpi di mercato dell’estate, che hanno disintegrato le resistenze del Bologna con due giocate di pregevole fattura. Il fatto, vero e insindacabile, è che fino all’espulsione dell’ex blucerchiato Rizzo, ancora confuso probabilmente dal cambio di squadra in estate (ovviamente è una battuta), la partita è stata di una noia incredibile. Poche, pochissime situazioni da gol (primo tiro in porta della Samp al 60′) . Ritmo buono solo a sprazzi e carenza di qualità in gran parte delle azioni di gioco, o almeno nelle fasi cruciali. Su tutti gli stessi Soriano ed Eder, appannati non poco fino al momento del loro colpo da grandi giocatori che ha deciso il risultato. 

Il Doria ha sicuramente condotto le operazioni nella fase di interdizione, dove i tre mediani hanno lavorato benissimo nella fase di recupero del pallone ma hanno stentato non poco in quella della costruzione offensiva. Per costruzione offensiva intendo capacità di inserimento in zona gol e predisposizone all’ultimo passaggio. Insomma la Samp è stata brava a recuperare palla ma non lo è stata altrettanto nella trasformazione dalla fase difensiva in offensiva. Nella prima frazione la mossa che benissimo aveva fatto al San Paolo di Napoli, quella delle due punte molto larghe, è stata pressochè nulla, soprattutto perchè il Bologna è stato bravo nell’aprire le maglie della difesa, aiutata anche dal lavoro dei suoi centrocampisti, creando quella densità che ha tolto alla Samp la possibilità di attaccare spazi vuoti nell’uno contro uno. C’è da dire che il Doria ha tenuto palla per gran parte della gara, sfruttando le doti interessanti di registi arretrati dimostrate da Silvestre e Moisander. Le difficoltà difensive, ancora una volta, si sono palesate sulla fascia sinistra dove Regini ha commesso una infinità di errori di lettura del gioco e di interpretazione difensiva (l’ammonizione presa è stata solo una delle tante gestioni negative). A destra, invece, il debuttante Pereira (entrato al posto di Cassani) ha ben figurato senza esagerare e con una precisa idea di cosa fare nel momento in cui venisse chiamato in causa. La grande densità del Bologna abbinata alla scarsa vena offensiva della Samp hanno creato una situazione di impasse tecnica che ha portato la partita in una dimensione soporfiera davvero brutta da vedere. Nella ripresa Zenga ha cambiato diposizone del centrocampo, portando Ivan sulla destra e decentrando Soriano sulla sinistra, e ha avvicinato Muriel ed Eder, più pericolosi in situazioni di dai e vai. L’inserimento di Correa è stato sicuramente una mossa azzeccata, visto il piglio portato dal giovane argentino (a volte troppo lento nel prendere decisioni palla al piede) e la necessità della Samp di trovare superiorità numerica nello spazio stretto. Il turning point della gara è stato, però, il doppio giallo, sacrosanto e ingenuo, rimediato da Rizzo. Da quel momento le certezze del Bologna sono vacillate e la Samp, spietata come non mai, ha collezionato due occasioni praticamente identiche con Muriel e Eder. La prima è stata sbagliata clamorosamente dal colombiano e la seconda, suggerita sempre dall’ex Udinese, ha trovato pronto come sempre il numero 23, concreto e solido in zona gol. La rete di Soriano, capolavoro balistico, ha chiuso ogni velleità sul possibile ritorno degli uomini di Delio Rossi, a quel punto troppo lontani dal mood della partita e affondati nell’orgoglio. 

Gli elementi positivi di questa vittoria sono senz’altro i tre punti, arrivati con carattere e cinismo, e la prestazione della linea centrale dell’assetto tattico (centrocampisti e centrali difensivi) che ha dimostrato una buona sicurezza nei propri mezzi. Bene anche i colpi dei giocatori più significativi, mai un brutto segnale quando la gara si fa complicata, e i progressi di Moisander, fino a pochi giorni fa oggetto misterioso. Quello che, sinceramente, non è andato molto bene è stato il collegamento fra la fase di recupero palla e quella di attacco degli spazi, troppo discontinua e ingarbugliata, e il dormiente sviluppo della partita che, senza l’espulsione di Rizzo, probabilmente sarebbe finita così come si era sviluppata fino a quel momento. Ottimo inizio di campionato, comunque, e nubi sempre più diradate all’orizzonte, nonostante, personalmente, le riserve non siano affatto sparite. Siamo, comunque, solo all’inizio ed è bene che questo messaggio abiti sempre nella testa di tutti i ragazzi e dello staff tecnico. 

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