Archivio

Il commento tecnico: Buona Samp ma ora servono punti

Pubblicato

su

« Se qualcosa può andar male, andrà male ». La Sampdoria di Vincenzo Montella appare l’esempio perfetto della Legge di Murphy applicata allo sport. Non sarà lo scopo di questa analisi sproloquiare sulla buona sorte o sugli episodi a sfavore, tecnici e non, che hanno costellato le ultime partite del Doria. Non ha senso parlare di questi argomenti ma non bisogna nemmeno essere volutamente ciechi: alla Sampdoria non gira niente per il verso giusto, soprattutto nei momenti decisivi delle partite. 

Andiamo oltre. Quella dell’Olimpico è stata una buona Sampdoria, sia nel primo che nel secondo tempo nonostante il doppio svantaggio, costante negativa di questi mesi. L’infortunio di Moisander nel riscaldamento, l’arretramento di Cassani al centro e lo spostamento di Ivan sulla corsia di destra non hanno creato scompensi eccessivi rispetto al piano partita di Montella o, almeno, questo non si è visto ad occhio nudo. Nel primo tempo la Samp è stata compatta dietro la linea della palla, concendendo poco ai padroni di casa e cercando di attaccare la profondità coi i suoi giocatori di maggior tasso tecnico. Niente di nuovo a livello tattico, anzi. La compattezza e l’elevato tasso di concentrazione necessario per fronteggiare l’attacco della Roma, clamoroso nel suo potenziale, hanno vacillato in poche occasioni, sicuramente anche per merito delle individualità di Spalletti. Muriel e Correa hanno fatto un buon lavoro nelle ripartenze, supportati da un ottimo Dodò e da un Soriano a cui è spesso mancata l’ultima e decisiva giocata. Soprattutto la prestazione del numero dieci blucerchiato è stata, a mio avviso, estremamente positiva per continuità e qualità. La continuità è una caratteristica fondamentale del calcio contemporaneo e rappresenta, al momento, uno dei problemi più grossi della squadra di Montella. Il Doria nel primo tempo ha sfruttato con sapienza i pochi spazi attaccabili esprimendo una linea difensiva molto bassa. D’altronde quando giochi contro Salah, Perotti ed El Shaarawy una delle cose più importanti da fare è non concedere loro la profondità e per farlo bisogna, inevitabilmente, abbassarsi e compattare i reparti. Specialmente l’ex genoano ha fatto saltare il banco più di una volta, senza dare punti di riferimento alla difesa blucarchiata e sfruttando a dovere la sua ottima capacità di saltare l’uomo nell’uno contro uno.

 

I due gol a cavallo fra primo e secondo tempo sono stati una mazzata devastante. In primis perchè sostanzialmente immeritati, poi perchè hanno avuto un effetto sconfortante sulla prestazione della Samp. Giocare in maniera ordinata, concreta, senza rischiare quasi nulla e ritrovarsi sotto di due gol non può non aver scosso i ragazzi di Montella. L’autorete fortunosa di Pjanic ha ridato alla Samp quella fiducia che stava per naufragare miseramente. I cambi di Montella hanno avuto un grande impatto e hanno sfruttato, con un piglio decisamente offensivo e sbarazzino, le incertezze della Roma, lenta nel giropalla e prevedibile nelle letture di gioco. Cassano, Quagliarella e Alvarez hanno dato una bella dose di qualità a tutto il sistema di gioco. Non so quanto siano compatibili, assieme a Soriano, in un ipotetico undici iniziale ma, sicuramente, nella gara di Domenica sera hanno aperto in due i reparti di interdizione dei giallorossi. Quando giochi fra le linee, a un tocco, massimo due, e attacchi frontalmente la porta sono dolori per tutti. Il Doria ha un ottimo potenziale offensivo e mi sembra fin troppo scontato dire che non sono certo davanti i problemi di questa squadra. Quagliarella, schierato come centravanti, ha fatto quello che a Muriel non riesce mai: giocare spalle alla porta. Cassano, imprescindibile dal mio punto di vista, ha creato calcio e rotto gli equilibri delle marcature. Alvarez ha giganteggiato fisicamente e ha dato tempi nuovi alla linea mediana. La domanda da porsi è: questi giocatori sono in grado di reggere fisicamente per poter giocare assieme? 

 

La prestazione di Roma è stata senza dubbio molto positiva. Il risultato, invece, ancora estremamente negativo e sfortunato (non dimentichiamoci, però, dell’autorete di Manolas dell’andata). I segnali di ripresa si sono visti ma mancano i punti e quelli contano molto di più. Concretezza e cinismo contro prospettiva e sviluppo. Questi aspetti, ora, devono necessariamente collimare.

Exit mobile version