2014

Ienca: «La Samp è il mio Real Madrid. Ringrazio Ferrero per l’opportunità»

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Dopo una lunga carriera, l’arrivo alla Sampdoria. Massimo Ienca, 48 anni, è il nuovo segretario generale blucerchiato e raccoglie una serie di eredità importanti. Prima quella di Umberto Marino, poi quella di Massimo Cosentino. Quest’ultimo è recentemente passato all’Inter: «È vero. Stiamo parlando di due grandissimi professionisti. Un dirigente che arriva dopo di loro non può che trovarsi bene. Ho trovato una segreteria perfetta, strutturata in modo e maniera esemplari. Mettere le mani dove le avevano messe loro mi ha facilitato non poco l’inserimento».

DESTINI INCROCIATI – L’arrivo di Ienca alla Samp è stato un po’ improvviso: «Ero a casa ed è successo tutto velocemente. È stato un colpo di fortuna, sicuramente, perché nel nostro ruolo i giochi si chiudono in estate. Durante la stagione è quasi impossibile che una società cambi il segretario – ricorda Ienca ai microfoni de “Il Secolo XIX” -. Massimo (Cosentino, ndr) aveva il desiderio di riavvicinarsi a casa, è uscita questa cosa dell’Inter e così si è mosso tutto, anche per me. Gli incroci del destino sono curiosi. Massimo aveva iniziato a lavorare nel calcio come stagista nel Torino, quando c’ero io».

IL PASSATO NON CONTA – Il suo arrivo non è stato però subito ben accolto. Invece che guardare alle sue competenze, molti si sono soffermati sul suo passato, nel quale campeggia anche un periodo trascorso al Genoa: «È stata una polemica nella quale non mi sono sentito coinvolto e infatti non avevo risposto. Io sono un professionista e vado dove ci sono le opportunità di lavoro, sopratutto con i tempi che corrono. Come giustamente ha sottolineato il presidente Ferrero, che ringrazio. Questo è il lavoro della mia vita, mi piace: ho avuto la possibilità di ritornare a Genova, dove vivono i miei figli. Io sono alla Samp e la Samp è il mio Real Madrid. E poi se vogliamo parlare di simpatie calcistiche, mi piace il Milan. Sopratutto quando gioca le partite di Champions».

MONDO SAMP – L’impatto con il mondo sampdoriano è stato positivo: «Ottimo. Mi sono trovato a entrare in una struttura avviata e di alte professionalità. Sono stato accolto in una maniera cordiale da tutti e tutti si sono messi a mia disposizione, a partire dal presidente Ferrero per arrivare ai magazzinieri, i fratelli Rossi e Bardul. Cito poi, in particolare, Federico Valdambrini, perché è la persona con cui sono a più stretto contatto nel quotidiano. Dal punto di vista sportivo, mi ha aiutato tantissimo ovviamente in un momento positivo: la squadra sta disputando un grandissimo campionato e c’è un clima di entusiasmo contagioso. Anche per meriti del presidente».

EMOZIONI – Il ruolo del segretario non acchiappa i media, ma è molto importante per una società di calcio: «Specialmente per una come la Samp. Io poi lo vivo intensamente. Quando arrivo in un posto di lavoro, diventa la mia casa, la mia famiglia e gli dedico tutto il tempo che occorre per fare le cose bene». Il rapporto con la squadra è altrettanto intenso: «Al Ferraris vedo le partite dagli spogliatoi. Poi la società mi ha dato l’opportunità di seguire la squadra anche in trasferta e questo ti porta a viverla al 100%. D’altra parte, un segretario è come un pasticcere: prepara la torta tutta la settimana. E a me la domenica piace anche mangiarla…».

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