Avversari
Ibrahimovic: «Non siamo come Inter e Juventus. Questo Milan non ha esperienza»
Zlatan Ibrahimovic, attaccante del Milan prossimo avversario della Sampdoria, ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di Sky Sport
Zlatan Ibrahimovic, attaccante del Milan prossimo avversario della Sampdoria, ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di Sky Sport.
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MILAN DI OGGI – «Abbiamo un mister che chiede di giocare in un certo modo e mi piace. Ha un buon equilibrio, mi mette bene in campo e ha trovato il modo di farmi rendere al massimo e di aiutare la squadra nel modo migliore. E’ normale che voglio giocare sempre certe volte gli dico “magari meglio se riposo” , come ad esempio in Europa League, ma lui mi risponde “No, giochi ma ti tengo in campo 45 minuti” e lo rispetto. Questa situazione mi piace. La squadra ha tanta fame e tanta voglia, stiamo facendo bene. Non ci sono sogni e obiettivi, giochiamo una partita alla voglia. Io ho i miei obiettivi, ma la squadra deve pensare di fare il meglio possibile. Ragioniamo davvero una partita alla volta. La squadra è molto giovane e non ha l’esperienza per fissarsi degli obiettivi troppo alti. L’importante è non rilassarsi mai ed è qui che entro in gioco io».
PRESSIONE E OBIETTIVI – «Questo Milan non è come Inter e Juventus di oggi, questa squadra è molto giovane a cui manca ancora qualcosa però sono cresciuti tanto. Una cosa è giocare le partite e dare il massimo, l’altra è vincere per forza. Questa squadra soffre la pressione del risultato e l’abbiamo visto nelle qualificazioni di Europa League, sono ragazzi di esperienza ma non sono abituati a quel tipo di partite. Per questo pensiamo a giocare al nostro massimo. Questa è una squadra che può essere in lotta per lo Scudetto? Penso di sì, dopo 8 mesi qui penso di sì».
CONFERMA DI PIOLI – «Quando Pioli alla fine della scorsa stagione mi ha detto “Che vuoi fare?” io ho risposto “Basta, non continuo”. Pensavo che non avrei retto un altro anno come questi sei mesi. Pioli quel giorno mi disse “Ok ti rispetto” ma l’indomani mi ha richiamato e mi ha detto “Ieri te l’ho data vinta troppo facilmente, devi restare perché con te qui cambiamo tutto” e così sono rimasto. La sfida è bella e non voglio avere rimpianti e perciò ho detto a Mino di voler restare qui e di chiudere il rinnovo con il Milan. Il contratto non era importante».