2014
Gotti: «Cassano lungimirante su Soriano. Ecco come lo scoprii al Bayern Monaco»
Nella maturazione di Roberto Soriano ha avuto un ruolo importante anche Luca Gotti. L’attuale vice di Donadoni al Parma lo chiamò nel 2006 nella Nazionale under 17 quando ricopriva il ruolo di commissario tecnico. Ai nostri microfoni Gotti racconta i primi passi di Soriano nel calcio italiano, la crescita fatta in questi anni e qualche anedotto interessante che ha come protagonista un giocatore che è nel cuore dei tifosi blucerchiati.
Mister, il c.t Conte ha premiato Soriano con la convocazione in azzurro. E’ rimasto sorpreso da tale decisione?
«Devo essere molto sincero, per me la sua convocazione non rappresenta assolutamente una sorpresa. Mi spiego meglio: Roberto ha grandissime potenzialità e grazie a questa chiamata può dare seguito al grande lavoro che sta facendo in questi anni. Un mesetto fa io e Cassano discutevamo sui giocatori che potevano essere proponibili ai grandi club. L’attenzione è arrivata subito su Soriano che Antonio conosce bene avendoci giocato insieme alla Samp. Per il redimento che sta offrendo e per le potenzialità che può ancora affinare, Roberto è uno dei pochi giocatori che in questo momento merita di andare in un grande club».
Cassano ha sempre creduto molto in Soriano che, dopo questa sua dichiarazione, avrà uno stimolo in più…
«Si, chiaro che non sono questi elogi e considerazioni a farti vincere le partite. Però sa, quando un giocatore che da del tu al pallone come Cassano si esprime in certi termini su un giocatore significa che ci ha visto del grande talento. Roberto deve proseguire su questa strada, senza mai pensare di essere arrivato».
Facciamo un passo indietro: lei nel biennio 2006/2008 ha convocato Soriano in Nazionale under 17. Di lui si raccontava che fosse un ragazzo con delle potenzialità ma con un carattere particolare, quasi che si accontentasse. Ha avuto anche lei questa sensazione?
«Io non mi allineo su questa cosa, non posso confermare. Le racconto un aneddoto che sta alle spalle di quella convocazione: io alle due di notte ero solito a guardare le partite e mi capitò di vedere il Bayern Monaco impegnato nella Youth League in Thailandia. Giocava Diego Contento, un esterno basso con la doppia nazionalità italiana e tedesca. Mi sono domandato il perchè non dessimo attenzione anche ai giovani italiani che erano all’estero. Controllando il tabellino della gara vidi che c’era un italiano in panchina, che era appunto Soriano. Il giorno dopo chiamai il Bayern Monaco e mi feci mandare tutto il programma in modo tale da poter seguire di persona le gare. Ne ho viste tante della bassa Germania perchè più percorribile essendo veneto. Da li noto sia Soriano che Sansone del Sassuolo, li convoco nella mia squadra. Soriano fece tutti i ritiri con me, Sansone un po’ meno. All’inizio c’erano delle difficoltà con la lingua, lui parlava tedesco e al massimo il dialetto ereditato dai suoi genitori che erano del sud emigranti in Germania. Io devo dire che con me si è sempre allenato con passione, era sempre splendido per intensità e voglia di apprendere».
Cosa può ancora migliorare e dove invece ha fatto passi avanti?
«Noi ci incotriamo almeno due volte l’anno e spesso gli ho contestato il fatto che non era ancora il giocatore che poteva essere. Ha grande fisico, buona tecnica, sa giocare a calcio. E’ il prototipo del centrocampista moderno, può giocare in diversi ruoli, gli rimproveravo il fatto che andasse troppo piano ma adesso è maturato molto anche in quella fase, è da grande squadra».
In questo molto del merito va ad un tecnico come Mihajlovic che fa della aggressività e del dinamismo due grandi prerogative per il suo gioco…
«Sicuramente, sono d’accordo su questo punto. Mihajlovic è un tecnico che ha vissuto tantissime esperienze in carriera, ha fatto la gavetta sia da giocatore che da tecnico. Ha delle doti da motivatore indubbie e questo lo si vede non solo in Soriano ma anche in altri giocatori che con lui stanno dando il 150%. Soriano è un 91′ ma ha già raggiunto un buon livello di gioco e di maturità».
Lei adesso è il vice di Donadoni al Parma che nella passata stagione aveva chiesto alla Sampdoria Soriano. C’era il suo zampino dietro quella richiesta?
«Non c’è dubbio che è stato un mio pupillo, nel momento in cui si era parlato di alcuni scambi con la Samp io ho sempre caldeggiato il suo nome alla mia società. Peccato ma saranno felici i tifosi della Sampdoria».