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Giannitti: «Samp, Pavlovic sarà protagonista: grande acquisto»
Reto Ziegler, Marco Padalino, Gaetano Berardi. La Sampdoria prima di Daniel Pavlovic ha potuto contare su altri tre terzini svizzeri, che in blucerchiato hanno avuto fortune diverse, ma che hanno dimostrato una cosa: i giocatori provenienti dalla Confederazione Elvetica nel calcio italiano ci possono stare eccome, nelle diverse categorie. Terreno inesplorato per gran parte degli addetti al mercato italiani, a tratti sottovalutato, ha potuto regalare negli anni giocatori di primo livello al nostro calcio. Basti pensare a Gokhan Inler, Valon Behrami, Stephan Lichtsteiner e Innocent Emeghara, per dire quattro nomi che sono passati nel nostro calcio negli ultimi anni.
Marco Giannitti, direttore sportivo del Frosinone, ha puntato alla Super League senza paura l’anno scorso, portando in Italia il ventisettenne Pavlovic, che dopo anni di fortune al Grasshopper si è misurato con una nuova realtà senza alcun problema: conferma ancora una volta della grande adattabilità di quei calciatori ad adattarsi in Serie A.
Direttore, come mai un giocatore dal profilo di Pavlovic ha dovuto aspettare la chiamata del Frosinone per arrivare in Serie A?
«Non lo so dire, non so spiegare come mai Daniel sia arrivato tardi in Italia, io so solo che il campionato svizzero è un campionato importante, dove ci sono giocatori importanti che si adattano molto bene al calcio italiano. Quando un direttore sportivo va a fare mercato all’estero ne trova tanti di giocatri bravi, ma bisogna stare a vedere come si possono adattare alla vita in Italia. Io penso che i giocatori svizzeri siano molto simili a quelli italiani e hanno un periodo di ambientamento molto breve».
Penso a Innocent Emeghara, un solo semestre in Serie A ma ha avuto un impatto ottimo fin dall’inizio… Possiamo dire che quello svizzero sia un mercato spesso sottovalutato?
«Ci sono tante dinamiche in un mercato straniero, il perché la Svizzera non sia così conosciuta non lo so, si tratta di un mercato importante, giovane, hanno un settore giovanile ottimo. Come organizzazione la Svizzera a mio modo di vedere ha molti giocatori da offrire che possono fare bene in Italia. Quando ho preso Pavlovic ho avuto subito la sensazione di prendere un grande giocatore, è stato uno dei terzini dal rendimento più alto nello scorso campionato. Non so perché la Svizzera sia inesplorata, so solo che Svizzera e Germania hanno giocatori che si adattano molto facilmente alla vita in Italia. Daniel parla quattro lingue, è un professionista esemplare».
Nella sua carriera ha anche dimostrato di avere spiccate doti da leader portando la fascia da capitano del Grasshopper più volte…
«Fare il capitano vuol dire essere il leader per 20-30 persone nello spogliatoio, Daniel dopo ‘esperienza di Frosinone dove ha fatto molto bene credo sia cresciuto tantissimo. Di terzini sinistri in Italia non ce ne sono molti, anche le grandi squadre spesso adattano i giocatori; per me la Sampdoria ha preso un grandissimo giocatore, con ampissimi margini di miglioramento nonostante ormai abbia 28 anni e farà un grande campionato».
Quindi è già pronto per essere protagonista l’anno prossimo?
«Assolutamente sì, farà ancora meglio dell’anno scorso e ha tutte le caratteristiche per essere un giocatore importante. La consacrazione arriverà già quest’anno».
In chiusura, avreste avuto modo di trattenerlo a Frosinone nonostante la retrocessione o il ragazzo ambiva ad altri palcoscenici?
«Noi avevamo l’accordo per il riscatto automatico con la salvezza, lui è rimasto molto legato a squadra e città ma cercava qualcosa di più importante e ha tenuto le porte aperte con noi: se non fosse arrivata una chiamata dalla Serie A sarebbe stato disposto a restare con noi in B».