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Giampaolo sulla cessione: «Vialli è storia». E quella lite con Ferrero…
Giampaolo è fiducioso: «Comunque vada la storia della cessione, per la Samp sarà un successo. Ferrero? Abbiamo discusso, ma non mi rompe le scatole»
Il periodo che va da marzo a maggio, specialmente in questa stagione, sarà cruciale per i destini della Sampdoria. Non solo per quanto riguarda la corsa all’Europa, che vede i blucerchiati ancora in grado di saltare sul treno delle prime sette dopo i nove punti nelle ultime quattro partite, ma anche per quanto riguarda la cessione della società, entrata ormai in una settimana decisiva. Lo sa bene il tecnico blucerchiato Marco Giampaolo che però, come fatto ieri dal vicepresidente Antonio Romei, preferisce concentrarsi sul campionato e sulla necessità di una crescita della squadra dal punto di vista della convinzione: «Parliamo d’Europa per costruire una mentalità, salire un altro gradino. L’Atalanta ha la mentalità giusta, il Toro è stato costruito per questo obiettivo, la Fiorentina ha qualità».
Certamente sono però stati fatti dei passi in avanti in questi anni, e anche Giampaolo lo riconosce apertamente: «Forse non è la mia Samp più forte – spiega il tecnico a Il Secolo XIX -, ma la più matura. Abbiamo perso giocatori importanti, però in chi è rimasto si vedono tre anni di lavoro. Resta da scrivere un pezzettino di storia. Dove potremmo essere con Lucas Torreira e Duvan Zapata? Non si può dire, magari Quagliarella non avrebbe segnato 21 gol. Zapata l’abbiamo rimesso in pista, Torreira è straordinario ma Ekdal ci ha portato esperienza internazionale. Prossimi in vetrina? Nessuno, altrimenti saremo sempre visti come club di passaggio. Senza fidelizzare giocatori e tecnico non si vince». Giampaolo mette dunque da parte l’interesse di club importanti come la Roma e l’Inter: «Vale lo stesso discorso. Il mio sogno è allenare il Barcellona, ma siccome ne ho viste di tutti i colori non vado più dietro a certe cose».
Si passa quindi a parlare del presidente Ferrero, che potrebbe lasciare la Sampdoria dopo cinque anni di risultati positivi. Giampaolo ne descrive soprattutto i pregi: «Un personaggio atipico, non gliene può fregare di meno di giocatori e aspetti tecnici. Sa di non saperne ed è coerente, tanti non sanno ma pensano di sapere e nascono i problemi. E’ uno che stempera. Se abbiamo mai discusso? Il primo anno non mi conosceva e come altri presidenti voleva dare qualche consiglio, parlava di giocatori. Era più inesperto calcisticamente rispetto a oggi. Una volta abbiamo discusso animatamente, ma da allora lui viene mezz’ora prima delle partite, sa dove vado a cercarmi degli angoli per fumare il mio sigaro e si parla di tutto meno che di calcio. Non mi fa mai mancare i sigari, ogni volta che viene al campo mi chiede “Mister, a sigari come sta?” Poi qualche pensiero, qualche cena, ma il regalo più grande è che non mi rompe le scatole».
Una curiosità su ciò che l’allenatore doriano ha detto dopo l’incidente a Gregoire Defrel: «La prossima volta chiamami che ti riporto a casa io se hai bevuto un bicchiere di più. A me potrebbe succedere la stessa cosa, Galeone diceva che se bevi e vinci sei un intenditore, se bevi e perdi sei un alcolizzato». E, per finire, l’ormai classica domanda sulla cessione: «Se Ferrero cede è perché vuole o gli conviene o crede che sia giusto così. Vialli presidente? Per la Samp è come Mancini, è la storia. Se parli di Vialli evochi gli anni d’oro e si riaccende l’entusiasmo, al di là dello spessore dell’uomo. Detto questo – chiude Giampaolo – la società sta bene e come ripete sempre il presidente “Comunque vada sarà un successo”».