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Giampaolo soddisfatto a metà: «Ci manca un leader»
Giampaolo spiega la situazione della sua Sampdoria: «Bene Obiang, serviranno però un’altra punta forte e un leader. Portieri? Sono contento»
A ritiro ormai terminato, l’allenatore della Sampdoria Marco Giampaolo ha tracciato un bilancio positivo del periodo passato a Ponte di Legno con i propri giocatori. Tre amichevoli su quattro giocate bene, tanto lavoro duro per mettere benzina nelle gambe per l’imminente stagione e la sensazione che anche quest’anno, con gli ultimi, mirati innesti, la Sampdoria possa dire la sua nella parte sinistra della classifica. In particolare, Giampaolo si è soffermato a dipanare alcune questioni di mercato piuttosto calde: «Serve un leader, che non è essenzialmente uno che parla ma uno con gli atteggiamenti giusti. Torreira era un leader ma non l’ho mai sentito parlare. Sono quelli che hanno capacità di giocare gare con personalità e noi abbiamo bisogno di un difensore centrale di esperienza. Che non vuol dire un quarantenne, ma che abbia 150/200 presenze in A, di un play forte e di un’altra punta forte perché Caprari farà coppia con Ramirez sulla trequarti». Il play, in questo senso, dovrebbe essere ormai senza ombra di dubbio Obiang. Una mossa, da parte della società, che Giampaolo benedice: «Due anni in Inghilterra, calcio veloce, lo hanno reso diverso da quello che conoscevate. Per me è il meglio che potevamo prendere fra quelli visionati».
Su Praet: «Per me è incedibile tecnicamente, poi ci sono aspetti contrattuali, clausola, volontà… è incedibile come Torreira. Poi, come succede, vengono venduti e non ci si può fare niente. Io non decido le strategie economiche del club. Praet è determinante, se perdo quelli lì, è difficile sostituirli». Per quanto riguarda invece il discorso del modulo, Giampaolo non ha in mente variazioni particolari: «Non cambieremo filosofia. Che calcio dovrei giocare, palla lunga e fai tu? Non ho cercato la palla lunga nemmeno con Zapata. Un 4-3-3? Il nostro lo è già, chiedo al trequartista di giocare punta, è un finto nove. La differenza la fanno i giocatori, non i numeri. Sono quelli che saltano l’avversario, qui di forte nell’uno contro uno abbiamo solo Caprari. Un po’ Defrel, ma non guasterebbe prenderne un altro così». Infine, un altro sorriso arriva se si guarda alla porta, zona di campo delicata in cui la Samp ha cambiato molto: «Sono contento – riporta Il Secolo XIX –, è un’area che non mi preoccupa. La fiducia me la danno due cose: chi è con me da due anni mi sta agevolando il lavoro, è stato forse il miglior ritiro che abbia mai fatto. E poi quello che manca nella rosa l’ho condiviso con la società. Lo sanno. Ho fiducia che si facciano le cose che ci siamo detti».