Editoriale
Giampaolo ha ragione: la mediocrità non ci deve appartenere
Festa del gol, del gemellaggio e delle due squadre: un 3-3 che lascia il tempo che trova, a campionato oramai chiuso, ma che ci permette di fare una riflessione importante sul futuro
Un fulmine roboante sotto la pioggia di Parma. Delle dichiarazioni che scuotono l’ambiente e che provano a smuovere una squadra che ha appeso le scarpe al chiodo da qualche settimana. Giampaolo è stato chiaro: un altro anno mediocre non vuole farlo. E con lui anche noi. In questo momento, nonostante alcuni limiti palesati nel corso della stagione, il nostro tecnico è la persona alla quale meglio possiamo affidarci, perché ha a più riprese dimostrato di condividere con tutti quanti noi, addetti ai lavori o tifosi che siamo, le ambizioni e i desideri. L’Europa la voleva lui tanto quanto noi, così come anche i giocatori, si spera, anche se non si sono mai espressi così come fatto con Giampaolo. I suoi limiti sono noti, i suoi pregi per fortuna a volte lo aiutano a colmarli, dimostrando che la Sampdoria è una squadra che quest’anno ha raccolto forse poco più di quanto avrebbe meritato per la rosa a disposizione e per il calciomercato estivo non decisamente soddisfacente. Non è ancora il momento di tirare le somme, anche se visto che la squadra ha deciso di tirare i remi in barca già due settimane fa, sarebbe già fattibile e possibile. Fatto sta che le dichiarazioni di Giampaolo, così come già avvenuto in precedenza, racchiudono tutto ciò che è fondamentale sapere da questa stagione.
Il nono posto, che poteva essere anche abbastanza facilmente un ottavo, ci fa capire che a conti fatti, nonostante i cambiamenti avvenuti nella rosa, la Sampdoria è stata in grado di realizzare anche quest’anno qualcosa di utile. Mentre l’Atalanta costruisce un progetto, mentre il Torino è riuscito ad arginare le problematiche derivanti da un Belotti non più ispirato e da uno Zaza che si è dimostrato più inconcludente di quanto si potesse pensare, la Sampdoria ha dovuto reinventarsi, anche quest’anno: con Ekdal che ha dovuto costruirsi un ruolo non propriamente suo, per sostituire un Torreira che nel frattempo sta andando a conquistarsi la finale di Europa League e magari anche la competizione; una difesa ridisegnata per due quarti, che ha giovato di un Murru che è cresciuto tantissimo e di un’alternanza tra Sala e Bereszynski che ha funzionato. E infine l’attacco, che ha perso Zapata in favore di Defrel e Gabbiadini, con il primo che non ha saputo rendere nella parte centrale del campionato come fatto a inizio a fine: insomma una formazione che, non lo scopriamo di certo ora, non ha potuto giovare di un progetto iniziato l’anno scorso. Progetto che invece Giampaolo sta cercando di portare avanti da due anni.
Il prossimo sarà il quarto, decisamente il momento giusto per decidere cosa vorrà fare la Sampdoria da grande: la cessione societaria spero non stia rallentando nessun aspetto riguardante il futuro, ma il Doria deve ripartire dalla conferma di un blocco importante, magari liberandosi di alcuni riscatti che non andrebbero ad arricchire la rosa (leggasi Tonelli e anche Saponara, purtroppo) e confermando invece i giocatori che possono far parte di questo progetto (Defrel su tutti). So benissimo che non cedere nessuno è un’utopia, che le casse societarie devono in qualche modo sostentarsi e che il bilancio, per il Doria, è un vanto di grande livello: Ferrero, però, o chi per egli, dovrà trovare la giusta quadra per mantenere intatta questa formazione e inserire degli elementi che possano renderla più forte, più coriacea e soprattutto con qualche ricambio che non si debba definire come riserva, ma come secondo titolare, quindi perfettamente intercambiabile con chi giocherà dal primo minuto. Giampaolo si è fatto portavoce del nostro grido e mai come stavolta dovremmo sposare le sue parole. Pur tenendo conto che il nostro tecnico, come tutti quanti noi, non è esente da difetti. Tutti correggibili, per fortuna.