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Giampaolo sul futuro: «Inter? Magari un giorno, ma la Samp è l’ideale»
Giampaolo sul futuro della Sampdoria e quello della sua carriera: «Ho una squadra forte, dobbiamo superare i 50 punti. Inter? Magari un giorno, ma qui sto bene»
Fatta eccezione per l’ultimo scivolone in trasferta con l’Udinese, la Sampdoria si sta facendo bella agli occhi di tutta la Serie A. Con una partita in meno, i blucerchiati hanno collezionato 11 punti e rimangono a ridosso della zona Europa League, dimostrando qualità in campo e un calcio di alto livello. Merito soprattutto di Marco Giampaolo che, nonostante gli elementi più importanti siano arrivati negli ultimi giorni di mercato, ha saputo plasmare lo zoccolo duro della squadra dell’anno scorso con i nuovi. Il tecnico, però, non ha ancora ben chiaro dove la Samp possa arrivare: «Premetto: dal 7° al 10° posto c’è spazio. Vedo l’Atalanta forte – ammette -, domenica per noi sarà durissima. Faticherà per le coppe? Luogo comune. Poi Torino e Fiorentina. Dopo, due possibili sorprese: Bologna, ha qualità, e Chievo, che ha esperienza e gioca a memoria. Sulla Samp preferisco aspettare – rivela a La Repubblica -, ma non per sfiducia. Sono convinto di avere una squadra forte, diversa dall’anno scorso, più omogenea, con più titolari. Ma devo capire se siamo più quelli che hanno battuto il Milan o quelli che hanno perso male ad Udine. Qualità, organizzazione, maturità, continuità, se punti in alto, serve tutto. Io sono abituato a fare, non a sbandierare. Il venditore di fumo non mi rappresenta».
Giampaolo non nasconde di rifarsi a Maurizio Sarri e al suo Napoli, anche se riconosce agli azzurri la maggiore costanza nel rendimento durante l’anno. A proposito di big, l’allenatore doriano avrebbe avuto la possibilità di sedersi su panchine importanti, e non è escluso che ricapiti a giugno: «Io credo si debba essere felici in un contesto. Significa poter lavorare senza ingerenze esterne, in un club che non fa pressioni, trasmettendo le tue idee. Puoi indossare un bell’abito e poi trovarlo scomodo: devi sempre provarlo prima. La Juve è stata un’opportunità, non un rimpianto. Mi sarei trovato bene, male? Come sarebbe stato l’abito? Io guardo sempre avanti, con realismo. Da bambino ero interista – rivela Giampaolo – un giorno all’Inter mi piacerebbe arrivare. Poi una scuola a calcio a casa mia, a Giulianova. E a sessant’anni mi prendo il quadro, vi lascio la cornice».
Gli interessi di grandi club fanno piacere, certo, ma adesso la Sampdoria è casa sua: «L’ideale. Qui ho libertà assoluta, sul campo sono il padrone. Mai un condizionamento, l’ambiente ad hoc per lavorare e realizzarmi. Sennò io divento un animale nel recinto che deve scavalcare. O lo salto con la rincorsa o lo butto giù». Dopo essersi dichiarato contrario alla riduzione delle squadre in Serie A ed aver elogiato l’introduzione del VAR, Giampaolo conclude lodando ancora una volta i tifosi blucerchiati e fissando alcuni traguardi: «La nostra tifoseria è straordinaria, 20 mila abbonati, un valore aggiunto. Io devo soddisfare il loro palato e le loro ambizioni con il lavoro, il gioco e stimolando in continuazione i calciatori ad alzare l’asticella. Dobbiamo andare oltre i 50 punti».