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Giampaolo: «Ferraris da pelle d’oca. Siamo una squadra con qualità»
Che avvio di stagione quello della Sampdoria: l’ennesimo cambio di gestione, l’ennesimo mercato frenetico, tante partenze, tante scommesse, ma le prime due uscite sono state piuttosto confortanti. Al di là delle vittorie, sono le prestazioni a convincere, la Samp corre, graffia, non molla mai, domina. E raccoglie i frutti. Il meriro di questa partenza non può che essere del mister Marco Giampaolo, che ha fatto da subito vedere la sua mano.
Intervistato dal Secolo XIX, il tecnico blucerchiato si è raccontato e ha dato le sue impressioni su questo avvio a Genova: «Avevo lavorato già in passato con Osti, lui mi conosceva già. Posso dire che la Samp è la prima società che mi ha chiamato quest’anno, a campionato in corso. Mi ha detto che avrebbero continuato con Montella ma nel momento in cui lui avesse avuto occasione o possibilità di partire io potevo essere un profilo interessante. Il derby? Ci penserò. Capisco che significa. Anche dai tifosi che ogni tanto vengono a trovarci, “mister il derby…” Da amici che si prenotano e mi dicono che al Derby vengono al Ferraris. È una partita alla quale bisogna pensarci quando si gioca perché ti porta via tante energie».
«Il rapporto col Presidente? Ferrero ad oggi non mi ha mai detto ‘a’. I tifosi ti danno emozioni. Lo stadio di domenica scorsa era da pelle d’oca. Un grande dirigente italiano mi ha chiamato e mi ha detto che lo stile dei tifosi Samp è quello che si avvicina di più al modello inglese di calcio. Questa Sampdoria ha già giocatori bravi e ha giovani che possono diventare bravi. I primi sono le fondamenta, ,i secondi possono nel tempo accrescere i valori della squadra. Due vittorie di fila – prosegue il tecnico blucerchiato – non mi bastano per staccare, l’importante è portare la missione a termine. Durante la stagione brucio tanto, brucio tutto. Può essere un mio limite e questo mi porterà a smettere di allenare tra non molto. Perché mi consumo. I ragazzi fino a oggi ha mostrato valori morali e buona predisposizione al lavoro. Dove ci porterà non lo so, avremo sicuramente dei limiti, ma queste qualità vanno riconosciute».