Editoriale
Giampaolo aveva ragione su (quasi) tutto
Il tecnico festeggia le cento panchine in blucerchiato con una vittoria e dimostra di avere ragione su molte scelte
Non accadeva da oltre dieci anni che un tecnico restasse per più di due stagioni sulla panchina della Sampdoria. Dal lustro di Walter Novellino al triennio ormai avviato di Marco Giampaolo, che non avrebbe potuto festeggiare nel migliore dei modi le cento presenze all’ombra della Lanterna. «Qui sto bene, Genova mi piace. Mi piace il respiro dell’aria di Genova – ha dichiarato pochi giorni fa -, la gente. Mi trovo bene con la gente. Ci vivrei, sì». Cosa dire di un allenatore che dopo numerosi fallimenti in carriera (non sempre per causa sua) ha trovato finalmente il proprio habitat naturale e una società che, costruito su di lui un progetto giovane e redditizio, non deve farselo scappare? Le avances delle big si fanno puntualmente sentire, come se Giampaolo fosse l’artefice di un valzer di tecnici che ogni anno dovrebbe rivoluzionare le sorti della Serie A.
Complimenti e critiche. Rivoluzione e integralismo. Giampaolo è ancora qui, è ancora alla Sampdoria. E per una piazza che merita equilibrio e sogna in grande, può essere l’arma giusta. Nella scorsa stagione l’obiettivo Europa League è sfumato sul più bello, naufragato nella burrascosa trasferta di Sassuolo, quasi rovinando quanto costruito durante i mesi precedenti. Quest’anno si resta coi piedi per terra, almeno pubblicamente: non si vuole sbandierare un traguardo da raggiungere che comunque allieta i desideri di dirigenza e tifosi, ma al contempo deve restare nascosto per non creare false illusioni e, di conseguenza, ferite non rimarginabili. È vero, Giampaolo a volte fa e a volte disfa. Passa dalle stelle alle stalle e viceversa. Incarna lo spirito del talebano perché non cambia mai sistema di gioco e ci scherza su, consapevole di smentire ogni parola sul campo.
È successo contro il Parma, in una partita che sembrava essere da 0-0 dopo i primi quarantacinque minuti. Gialloblù retrocessi nella propria metà campo (per non dire area di rigore), paurosi nonostante un modulo di natura offensiva quale il 4-3-3 e un campo che non aiutava al massimo le giocate della Sampdoria. Invece tutto è cambiato nel secondo tempo. Altri venti minuti di studio, un possesso palla finalizzato alla concretezza sotto porta e poi due reti, dal 21′ al 25′, che hanno modificato le sorti del match e consegnato tre punti vitali ai blucerchiati, capaci così di offrire continuità alle vittorie contro Bologna e Spal e all’euforico pareggio in casa della Lazio. I mugugni dell’intervallo lasciano spazio alla gioia del triplice fischio. E Giampaolo aveva ragione…
Aveva ragione su Jacopo Sala, definito quasi come Joao Cancelo nella conferenza stampa della vigilia. Dichiarazioni che hanno suscitato scetticismo, ilarità e incredulità. Poi il terzino entra in campo, disputa una sfida attenta e si concede qualcosa di più del semplice compitino di chi non è titolare e non vuole sfigurare. Aveva ragione su Dennis Praet, da tempo contestato per la sua troppa qualità abbinata alla scarsa efficacia in fase avanzata. Due assist deliziosi e decisivi bastano, no? Aveva ragione su Karol Linetty, preferito a Jakub Jankto e arrivato a un passo dal gol in acrobazia. Il polacco ci mette comunque sostanza. Aveva ragione su Gaston Ramirez, riproposto dal primo minuto per garantirgli fiducia e non fargli perdere il passo: trequartista o attaccante aggiunto, si rende partecipe di ogni azione della Sampdoria e fa sentire il proprio peso con quel sinistro abusato ma così magico.
Aveva ragione su Riccardo Saponara, reduce da un infortunio e una rete spettacolare all’Olimpico. Sembrava ragionevole premiarlo con una maglia da titolare, ma Giampaolo ha capito quanto potesse rivelarsi utile a partita in corso. Aveva ragione su Gianluca Caprari, uscito dal campo tra gli applausi per una rete che ha illuminato una giornata uggiosa per lui e la squadra. Aveva ragione su Gregoire Defrel, il quale necessita di ritrovare la condizione fisica giusta per esprimersi al meglio e va dosato a minuti, pochi alla volta e in crescendo. L’augurio è che dopo aver compiuto un passo in avanti non se ne facciano due indietro, magari già dalla prossima e delicata gara contro l’Empoli dell’ex Beppe Iachini. E sì, ancora Iachini. Adesso però non è il momento di fare scongiuri o affidarci alla dea bendata, ma di confidare nella capacità e nell’esperienza di Giampaolo. Ammettendo che aveva ragione su tutto, o quasi.