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2014

GdS – Soriano: «In Italia nessuna pazienza con i giovani. Vi stupiremo»

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Indubbiamente è la superstar del momento. Se ripensiamo alla scorsa estate, forse nessuno avrebbe puntato un euro su un Roberto Soriano così rivitalizzato: la cura Mihajlovic gli ha fatto bene e ora il numero 21 blucerchiato è diventato uno dei punti di forza di questa Samp. Una carriera che l’ha messo di fronte a diverse prove: «Ho dovuto fare le mie esperienze». Anche negative, visto che con Delio Rossi giocava poco: «Forse era anche colpa mia. Non sono riuscito a mostrargli quanto valgo». Diverso il discorso con il tecnico serbo: «Lui ha mostrato subito di credere in me. Mi ha dato fiducia dal primo allenamento. Poi, quel giorno contro la Lazio, alla sua prima partita alla guida della Samp, mi ha spedito in campo a modo suo. Lì è arrivato il mio momento».

CONFRONTO TEDESCO – Si è rivisto il talento che giocava con Kroos e Muller nelle giovanili del Bayern Monaco: «Con loro ho giocato qualche partita, ho speso più tempo con Alaba e Contento». Poi la scelta dell’Italia, senza rimpianti: «Sono nato in Germania, ma non mi sono mai sentito tedesco: sono troppo diverso da loro». Durante gli ultimi Mondiali, però, Soriano è tornato alle origini: «Ero in Germania. Ho tifato azzurro con la mia famiglia e ci hanno presi in giro alla grande. Per questo contro l’Eintracht ero scatenato: mi stavo vendicando».

GIOVANI E PAZIENZA – Soriano traccia un profilo del disegno vincente del calcio tedesco: «Io ho conosciuto bene il Bayern. Quello è il top, non si possono fare paragoni – spiega Soriano ai microfoni de “La Gazzetta dello Sport” -. Penso comunque che in Germania i giovani dispongano di maggior organizzazione e impianti migliori. La differenza vera nella crescita di un calciatore, però, non viene solo da lì». A precisa domanda, Soriano si spiega meglio: «Lo sapete. Voi massacrate i giovani. In Germania esordisci presto, fai gol e giochi, sbagli e giochi, migliori, peggiori, insomma cresci con calma. Qui al primo errore addio, sei un fallito. Un giovane talento è subito etichettato come scarso. Tutto diventa più duro e complicato perché non c’è pazienza».

CASSANO E LA PROSSIMA STAGIONE – Chi aveva messo gli occhi su di lui era Antonio Cassano: «Mi incoraggiava, mi dava consigli, mi esaltava». Ora magari Soriano cerca pure di imitarlo: «Io non avrò mai due piedi così». Da piccolo l’idolo del centrocampista blucerchiato era Maradona: «Colpa di mio padre. Lui mi faceva vedere i video con le sue giocate: grandissimo». Adesso tocca a Soriano regalare qualche fantasia alla Samp: «Siamo in tanti a poter far bene. E’ arrivato Gonzalo Bergessio, eppoi ci sono tanti giovani fortissimi. Vi sorprenderanno, fidatevi. Abbiamo potuto lavorare un’estate con Mihajlovic, possiamo stupire. Credeteci, perché noi ci crediamo».

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