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2013

Gds – Palombo: «15 stagioni alla Samp? Magari 20…»

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E’ il momento della rinascita. Dopo la crescita, la consacrazione e l’oblio, Angelo Palombo è letteralmente rinato grazie alla gestione di Delio Rossi. Messo da parte da Ferrara, il numero 17 blucerchiato ha ritrovato i tempi d’oro grazie all’arrivo del tecnico romagnolo. Non più come regista in mezzo al campo, bensì come centrale difensivo: sempre meglio della panchina. In un’intervista concessa a La Gazzetta dello Sport, Palombo apprende di avere la miglior media-voto tra i giocatori blucerchiati e conferma il cambiamento di ruolo: «Devo dire che l’importante è continuare ad esser considerato un calciatore: poco importa se gioco a centrocampo o dietro, mi interessa giocare. Anche perché, fino a qualche tempo fa, ero fuori da tutto. Sono riuscito a ripartire grazie alla testa: per essere un vero giocatore, deve ragionare come tale. Altrimenti, se non sei talentuoso, sei fuori: insomma, bisogna lavorare molto. A meno che non ti chiami Cassano o Messi: in quel caso, i piedi bastano».

Si torna sulla sconfitta di Cagliari, dove la testa non c’è stata: «Un errore, un passaggio a vuoto. Abbiamo 35 punti, l’obiettivo è quasi raggiunto, ma non agguantato: perciò, mettiamoci al lavoro. Comunque, anche ne avessimo 45, dovremmo essere stimolati a dare il meglio di noi». E pensare che lui sembrava fuori da tutto: «Il calcio è come la vita: il vento gira in fretta e, se ti capita un’occasione, devi farti trovare pronto. Se invece pensi solo allo stipendio, sei già fuori». Il contratto scade nel 2017 e così Palombo arriverebbe a 15 stagioni in blucerchiato, come un certo Roberto Mancini: «Magari, ma io non mi sento stanco o demotivato: potrei giocarne anche 20, chissà. Il paragone con Mancini mi onora, perché è stato un grande sampdoriano: ieri un fantastico giocatori, oggi un grande allenatore». Palombo come i Garrone, 11 anni alla Samp: «Siamo fortunati ad avere una proprietà come questa, che garantisce continuità alla sopravvivenza di questo contesto: oggi poi, con il progetto fondato sui giovani, è tutto molto bello».

Tra un mese c’è il derby: «Ho due sogni: la vittoria ed una partita che sia una lezione di civiltà per tutto il nostro movimento calcistico». Poli afferma come Rossi sia un insegnante di calcio: lei conferma? «Assolutamente sì. Il mister è un tecnico, un maestro di calcio e di vita: non se ne trovano molti come lui». Samp-Inter sarà uno scontro tra due storie della sua vita, una grande ed una molto più piccola: «Non trovo sia stata un’esperienza negativa. Troveremo un avversario tosto, ma porto con me un ricordo buonissimo dell’esperienza a Milano: ho giocato meno di 180′ in totale, ma ho trovato tante belle persone». Cosa si prospetta per Palombo dopo il 2017? «Deve sapere una cosa: io ho perso un anno, quindi ho molto tempo da recuperare. Questa domanda è da rifare tra qualche tempo, vedremo quale sarà la mia risposta».

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