2013

Gavazzi a Samp Magazine: «Samp? Non ci potevo credere. Sicuro che ci salveremo»

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Davide Gavazzi, dopo l’infortunio che lo ha tenuto per molto fuori dai campi, si è saputo inserire molto bene all’interno del gruppo e da titolare si è confidato a SampMagazine, a partire dalle voci che lo volevano vicino al Torino, prossimo avversario dei blucerchiati. «Furono soltanto chiacchiere. Ne avevano parlato con il mio procuratore ma di concreto non c’era stato nulla. Per fortuna, a distanza di qualche mese, a fare sul serio fu la Sampdoria, la squadra dove gioco oggi e di cui sono fiero di vestire i colori».

Ed è questa la maggior soddisfazione dell’ex Vicenza: «La chiamata da Genova è stata un’enorme soddisfazione, la più grande della mia carriera. Quando leggi le notizie sui giornali non sai mai come comportarti. Poi l’interesse si è concretizzato e firmare per una società così importante mi ha reso davvero orgoglioso, ancor di più di quando l’avevo affrontata, segnando, da avversario».

Un grande passo avanti, calcolando il lungo stop a cui ha dovuto far fronte: «Diciamo che sono stati mesi particolari, caratterizzati da alti e bassi. Ero rimasto in biancorosso con la formula del prestito e, grazie all’iniezione di coraggio e fiducia che mi ha dato la Samp puntando su di me, ero partito davvero bene. Purtroppo, a novembre, è arrivata la mazzata dell’infortunio al ginocchio. Frangenti che ci stanno nella parabola di un calciatore ma che, da un momento all’altro, ti scompaginano la vita».

Fino all’approdo anticipato a Bogliasco: «L’intento era quello di recuperare con calma e di svolgere senza pressioni la riabilitazione post-intervento chirurgico. In più ho avuto l’opportunità di conoscere l’ambiente blucerchiato e di inserirmi per presentarmi nel migliore dei modi in questa nuova stagione».

Adesso è titolare, quando sembrava uno dei primi a dover lasciare la Samp: «Io, per natura, non faccio mai progetti personali. Il mio progetto è il campo. Ho l’esempio di quando arrivai a Vicenza dalla Serie D e non dovevo restare. Maran, invece, mi vide subito bene e giocai 38 partite in Serie B. Fui bravo e fortunato, un po’ come in questo inizio di campionato. Mi sono messo in marcia per il ritiro di Bardonecchia soltanto con l’idea di lavorare, consapevole di poter dare una mano in caso di bisogno. Così è stato e sono contento».

Le prime sensazioni del debutto sono state stupende: «Conoscevo le intenzioni di mister Rossi visto che mi aveva provato tra i titolari in allenamento un paio di giorni prima. La certezza però lo ha avuta soltanto poche ore prima della partita di Trieste ed è stata una bella sensazione. Non essendo più giovanissimo, penso mi abbia aiutato l’esperienza a superare l’emozione e a giocare in tranquillità».

Per non parlare della Sud: «Sensazioni bellissime, contro la Roma è stato ancora più emozionante. Al “Rocco” lo stadio era vuoto, a Marassi c’erano venticinquemila spettatori e la differenza si è sentita parecchio. Anche l’affetto della gente si percepisce e sta soltanto a noi ripagarlo. Sul piano personale sono contento, ma so bene che l’impegno e la corsa non possono bastare».

Il momento, tuttavia, non è bellissimo guardando la classifica: «Sappiamo bene in quale posizione ci troviamo e che tipo di momento stiamo affrontando. Il calendario sino ad oggi non è stato agevole, ma gli alibi non servono e dal Torino in avanti dobbiamo per forza ripartire. È banale ma conosco solo una ricetta: il lavoro e una maggiore attenzione ai particolari. Solo in questo modo possiamo rialzarci e sono convinto che ce la faremo».

Ma fuori dal campo lo si conosce poco: «Sono un ragazzo tranquillo, non offro molti spunti per il gossip. Sono fidanzato da otto anni con Jenny, che da qualche mese mi ha raggiunto a Genova. Appena riesco torno a casa, in Valtellina, essendo molto legato alla mia famiglia e alla mia terra d’origine».

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