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Sampdoria, senti Gastaldello: «Quest’anno come il 2010»

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L’ex Gastaldello sogna in grande per la Sampdoria: «Può arrivare in Champions League, il “Ferraris” l’arma in più»

23 punti racimolati in 11 gare, con una ancora da disputare. La Sampdoria ha iniziato alla grande questa stagione e, salda al sesto posto in classifica, si accinge a disputare un match – quello di domenica contro la Juventus – che ha il sapore di scontro diretto. L’ex difensore e capitano blucerchiato Daniele Gastaldello, ora in forza al Brescia, ha commentato così il periodo positivo dei liguri: «Mi fa molto piacere vedere la Sampdoria giocare così bene, ma soprattutto vincere spesso. Ho dei ricordi splendidi a Genova e le vittorie della Samp le vivo sempre in maniera positiva». Grand parte del merito di questo rendimento strepitoso, però, va a Marco Giampaolo, al secondo anno di lavoro sulla panchina doriana. Gastaldello si sbilancia sul suo operato e prevede un epilogo di stagione col botto: «Non conosco di persona l’allenatore – ammette – ma da quello che sentito da persone all’interno della Samp, ne parlano tutti benissimo. Credo che possa veramente fare come l’anno di Delneri, anche se in quel caso le cose non erano andate benissimo nel girone di andata: avevamo svoltato nel girone di ritorno e concluso il campionato alla grande». Di certo, per compiere un’impresa come la conquista della Champions League, i blucerchiati avranno bisogno del supporto di tutto l’ambiente. E, finora, i risultati si vedono eccome. 5 vittorie su 5 in casa: «Il “Ferraris” può diventare certamente il punto forte di questa squadra: l’ho vissuto anche da avversario – racconta ai microfoni di Primocanale -, e non è facile andare a giocare lì. La Sampdoria dovrà sfruttare anche il suo ambiente, che è fantastico: ti lascia lavorare in pace, ma nel contempo ti spinge ogni domenica». Il tono di voce si fa malinconico, quando si tratta di ricordare quel doloroso addio al Doria, avvenuto nell’estate del 2015. Dopo 8 lunghi anni passati all’ombra della Lanterna, il difensore si è trasferito al Bologna: «La scelta di andare via è stata una scelta di vita. Io comunque guardo sempre avanti e non indietro – conclude – e in quel momento per me e la mia famiglia era la cosa giusta da fare». 

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