2014
Gastaldello: «Daremo una mano a Genova. Il terzo posto? Spero che duri»
Nonostante la paura sembri passata, la rabbia rimane. L’alluvione di Genova è stato un fatto tanto grave quanto evitabile, visto che sono mancati per anni i normali interventi per mettere in sicurezza la città. E Daniele Gastaldello, capitano blucerchiato, ha raccontato la sua visione di quest’evento: «L’alluvione della scorsa settimana è nei nostri occhi, sempre. Avevo vissuto anche quella di tre anni fa e due eventi simili in così poco tempo non sono normali. Ecco perché stamane (ieri, ndr), con il presidente Ferrero, sono andato al funerale del cittadino travolto giovedì notte dall’esondazione del Bisagno. Non solo noi giocatori, ma tutta la società vuole partecipare a questo dramma cittadino».
AIUTO PER GENOVA – I giocatori possono andare anche oltre. Preziosi aveva proposto che i giocatori donassero il 5% del loro stipendio mensile. Gastaldello ha già mosso qualcosa, coinvolgendo persino i cugini di sempre: «Mi sono confrontato a lungo con il capitano del Genoa (Antonelli, ndr) e insieme abbiamo deciso di aprire una sottoscrizione chiedendo l’adesione di tutti i colleghi di Serie A, B e Lega Pro – commenta il difensore blucerchiato ai microfoni de “La Gazzetta dello Sport” -. Saremo poi noi a farci garanti con tutti affinché la cifra raccolta venga destinata a un progetto preciso sul territorio. Vogliamo dare un segnale forte».
GRUPPO COMPATTO – Intanto, in campo, Gastaldello è stato un capitano silenzioso, dando prova della compattezza del gruppo. Viene in mente la Sampd’oro di Boskov: «Un paragone simile fa piacere, ma occorre ampliare il discorso. Lo spogliatoio di oggi, pur fra molte novità della rosa, è nato dall’anno della retrocessione. Lo zoccolo duro si forma lì e non mi riferisco solo ai vecchi, ma pure ai giovani cresciuti qui e ormai esperti, come Krsticic e Obiang. Ecco perché chi arrivasse oggi a Bogliasco si integrerebbe in fretta, capendo il segreto di questo gruppo. Talmente sano che chiunque farebbe fatica a rovinarlo. Siamo uomini di spessore prima che giocatori».
ESCLUSIONE E OCCASIONI – Un concetto predicato da tempo dal capitano della Samp: «Ho cercato di inculcare questo pensiero nei compagni molto tempo fa. Poi non giocare e stare in panchina dispiace a tutti». Eppure Gastaldello è sembrato lucido e paziente: «E sarà così per sempre. Questa è una fase della mia carriera, sono certo che avrò di nuovo le mie opportunità». Magari già a Cagliari, viste le assenze di Regini e Romagnoli: «Spero di recuperare. Ho sempre dato il massimo, pur con la consapevolezza di non essere un fenomeno. Non ho rimpianti: so di aver sempre fatto il massimo». Altri esclusi eccellenti, per altro, non potranno lamentarsi: «Nessuno potrà mai farlo. Sarei io a dirgli: «Non l’ho fatto, perché lo fai tu?». Ma qui c’è gente intelligente e non succederà».
RISULTATI E CONSAPEVOLEZZA – Si dice che il potere logora chi ce l’ha, ma Gastaldello sembra tutt’altro che logorato: «Così tanto che vorrei continuare a logorarmi per questo sino al prossimo 31 maggio». C’è consapevolezza nei propri mezzi: «Non bisogna pensare di esser forti, ma dimostrarlo sul campo ogni partita. Se ti fai un mazzo così, come capita a noi dal primo giorno di ritiro a oggi, è normale che pure nel momento in cui le cose non dovessero girare bene, la forza del gruppo verrà fuori. Il nostro percorso di crescita è continuo, ma intanto godiamoci l’attimo. Il mister dice che non abbiamo fatto ancora nulla».