2013
Gasperini e i derby: «Tutto iniziò da quell’orrendo 0-0, poi abbiamo avuto più fame»
Chi di derby della Lanterna se ne intende, è Gian Piero Gasperini. L’ex allenatore di Crotone e Genoa ne ha vinti ben tre, perdendone due e pareggiandone uno. Quello fu il primo derby giocato dal ritorno del Genoa in Serie A, un derby noioso e molto fisico: finì 0-0: «Fu un pareggio bruttissimo: zero a zero. Una partita orribile della quale mi vergogno ancora adesso. Ma fu un risultato utile, se avessi perso sarei stato esonerato e sarebbe cambiata la storia del Genoa di quegli anni. Dopo vincemmo tre partite di fila: il mercoledì successivo contro l’ Udinese, poi a Napoli e in casa con il Cagliari. Proprio col derby iniziò il ciclo che ci portò al quarto postoe alla qualificazione in Europa League».
Tornando a quella partita: «Una partita che non giocammo, ci limitammo a calciare la palla il più lontano possibile dalla nostra area. Eravamo soprattutto preoccupati di Montella e dei possibili inserimenti di Maggio; poi, nel finale, entrò anche Cassano che era all’ esordio con la maglia blucerchiata.– spiega ai microfoni de La Repubblica – Loro si erano anche un po’ sbilanciati, ci sarebbero stati gli spazi per cercare di colpire in contropiede, ma non sapemmo approfittarne. E anche con un po’ di fortuna portammo a casa il risultato e se Coppola, nel finale, non avesse salvato una palla sulla linea, Preziosi mi avrebbe fatto fare le valigie».
Ma non era così che Gasperini aveva preparato la partita: «Assolutamente no, tanto che alla ripresa degli allenamenti feci una cazziata alla squadra. Dissi che, se eravamo venuti in serie A per giocare a quel modo, avremmo potuto tranquillamente restarcene in B. Ci fu anche un giocatore che mi rispose: “Ma come, mister, non perdiamo il derby e lei ci dice di tutto…”. La squadra era andata ad esultare sotto la Nord proprio come se avesse vinto, era proprio quella mentalità che non mi andava. Grazie al gruppo storico che era l’ anima di quella squadra, giocatori orgogliosi di indossare la maglia del Genoa. Sono arrivate tre vittorie di fila e non era più il Genoa a sentire il derby, la pressione gliel’ avevamo ribaltata addosso. Il primo derby fu nel segno del Principe: gol di Milito di testa sotto la Nord. Poi ci fu il 3-1 in nove con il famoso due contro zero, ovvero Milito e Palladino soli in fuga verso Castellazzi. Infine il 3 a 0 con Sculli finto centravanti: letteralmente asfaltati. E dire che giocavamo spesso in inferiorità numerica. Mai stata una squadra cattiva. Semplicemente eravamo aggressivi, volevamo la vittoria più di loro».
E domenica? «Se la Sampdoria dovesse scendere in campo convinta di essere più forte commetterebbe un grave errore. E non solo perché essere presuntuosi nel calcio non paga mai. Nel Genoa, infatti, ci sono tante buone individualità e anche giocatori di personalità. Manfredini, per esempio, mi è sempre piaciuto e lo volevo nel mio Genoa».