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Gasparin: «Sarà la qualità a salvare la Samp. Montella allenatore da progetto»

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Il punto conquistato a Firenze rappresenta un mattone pesante nella costruzione della salvezza per la Samp di Montella. Domenica contro l’Udinese sarà quasi un match point. Di questo, e altro, abbiamo parlato in esclusiva con un dirigente che conosce molto bene sia l’ambiente blucerchiato che quello bianconero, l’ex direttore generale della Samp Sergio Gasparin.

Direttore, dopo il pareggio con la Fiorentina la Samp può tirare un sospiro di sollievo?
«Sicuramente sì. Anche se devo dire che al di là di qualche situazione negativa la Samp ha un organico talmente importante che il discorso salvezza non è mai stato in essere. Chiaro che quando una squadra con questo organico si ritrova nella parte bassa della classifica i valori vengono fuori».

E allora qual è stato il problema? Giocatori forti ma non abbinabili alle idee di calcio di Montella?
«Ritengo che Montella sia un allenatore da programma. Lo stimo molto e deve avere tempo di costruire dettami tecnico-tattici e forgiare personalità nella sua squadra. E’ arrivato a campionato in corso. E’ un allenatore da inizio campionato, con cui bisogna costruire fin dall’inizio. Può costruire in panchina come ha costruito da giocatore».

Lei ha mostrato grande lungimiranza nell’individuazione di talenti che poi si sono rivelati giocatori di livello mondiale, penso a James Rodriguez per esempio, che lei affermò di aver provato a portare alla Samp.  Esistono talenti non ancora conosciuti che possono fare al caso di squadre come la Sampdoria e non solo?
«Quando parlavamo a Genova di James Rodriguez era poco più di un illustre sconosciuto. Era molto noto in patria, meno fuori. Anche se la Juve lo aveva seguito con attenzione già ai tempi. Io ci credevo molto, poi i fatti hanno dimostrato cosa è diventato questo giocatore. Ci sono comunque realtà importanti sia in Italia che all’estero. Quando Florenzi era al Crotone era già un giocatore di grande qualità a mio modo di vedere. L’anno successivo, sempre a Crotone,  Bernardeschi aveva nel dna la possibilità di fare il grande salto, che poi ha fatto. I talenti ci sono. Me li tengo per me i nomi ma ci sono».

Questo per smentire il luogo comune della pochezza tecnica dei giovani in territorio nazionale…
«L’Italia al di là delle difficoltà note ha un bacino di grande riferimento tutt’ora. Si deve guardare con attenzione alla serie B. La serie B sa riprodurre con regolarità giocatori di qualità che hanno un costo ma soprattutto un ingaggio abbordabile».

Concludiamo con un parallelismo. Mi dica lei se sbaglio: c’è una similitudine tra il percorso di Muriel e quello di Iturbe? Sono due giocatori che tecnicamente hanno dimostrato qualità enormi, ma a fasi alterne hanno avuto frenate molto brusche.
«Fanno della velocità e della capacità di giocare negli spazi profondi le qualità importanti per il calcio d’oggi. Da questo punto di vista l’analisi è corretta. Sono simili. Devo dire che hanno entrambi avuto infortuni muscolari che li hanno frenati molto. Per giocatori che fanno della velocità l’arma migliore, questo è un problema. Credo ci sia da lavorare dal punto di vista della preparazione anche in termini preventivi per tutti e due. Un giocatore va comunque misurato dal punto di vista della gestione dello stesso in campo. Da questo punto di vista non li conosco e quindi non sono in grado di esprimere valutazioni precise. Sono due ragazzi importanti, devono trovare continuità e disciplina. E’ risaputo che Muriel deve stare molto attento sulla bilancia e convivere con un certo peso altrimenti perde qualità. Parliamo comunque di due diamanti che spero risplendano della luce che meritano le loro qualità tecniche e fisiche».

 

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