2013

Gasparin: «Ecco perché sono andato via da Genova. Tornare? Magari»

Pubblicato

su

A Genova è rimasto poco tempo, soprattutto per non aver raccolto al meglio l’eredità lasciata da Beppe Marotta al suo addio dalla Sampdoria. Ma Sergio Gasparin è rimasto molto legato alla società e ai colori blucerchiati, anche ora che svolge mansioni al Catania, tanto da parlarne in un’intervista con rammarico e con dispiacere per la situazione in cui Delio Rossi e i suoi si trovano: «In quegli otto mesi a Genova si è creato un rapporto con la gente, con la città, davvero molto importante. Perché a Genova ho lasciato amicizie e affetti e perché da subito ti senti parte aggregante di un ambiente particolare. La Samp ha poi una maglia unica al mondo».

Una persona umana, che per il suo passato non ha accettato proposte da Genoa e Palermo e non ha proseguito con la Samp per un risvolto economico: «I miei genitori non mi hanno lasciato un’eredità materiale, provenendo da una famiglia povera, ma qualcosa di più importante: i valori morali. La cosa più preziosa, il sapermi comportare da uomo. Chiunque avrebbe continuato – rivela a SoccerMagazine – il percorso intrapreso alla Samp. Eravamo al quinto posto in classifica, in una società prestigiosa, abitavo in Corso Italia sul mare, c’erano tutte le componenti per una situazione favorevole ma alcuni membri della società si sono posti come ostacolo e quando ho capito che non ci sarebbero stati i presupposti per portare avanti quelle che erano le mie idee ed il progetto tecnico, ho deciso di andare via. Porto con me una compagna fedele a cui non voglio rinunciare mai. La libertà. Il motivo principale per cui ci siamo separati? Per riequilibrare i costi gestionali non si poteva che ricorrere al mercato estero. Si era iniziato un importante programma tecnico e di scouting che poi purtroppo non si è concluso. I giocatori erano diversi: Kucka, James Rodriguez, Iturbe, Alborno. Calciatori che hanno, quasi tutti, determinato poi delle plusvalenze importanti, per i loro Club. Il rammarico più grande è di non aver potuto proseguire il lavoro iniziato alla Samp».
 
Squadra che attualmente convince poco, e i risultati lo dimostrano: «Di sicuro posso manifestare il mio dispiacere per come sta andando il campionato, perché lo sforzo economico del presidente non sta dando i risultati sperati. Sicuramente c’è tutto il tempo per riequilibrare le cose. Occorre anche capire quanto la società potrà investire ancora nel mercato di gennaio; la Samp è tra le squadre con i costi salariali più alti e non sarà semplice mettere nuovamente mano al portafogli”.
 

Non è, però, da escludere un suo ritorno in blucerchiato: «Ognuno nel calcio, come nella vita, ha un alleato e un nemico: il tempo. Colui che sancisce la ragione o il torto. Mi fa piacere che la variabile tempo abbia chiarito il lavoro che si stava facendo. Un ritorno alla Samp? Troppo bello per essere vero».

Exit mobile version