2013

Garrone: «Bisogna puntare sui giovani, ispirandosi al modello Udinese»

Pubblicato

su

Edoardo Garrone in un’intervista esclusiva a Calcio 2000, continua la sua disamina su come sarà la Sampdoria del futuro.
La politica della Sampdoria targata Garrone è semplice: puntare sui giovani, senza sforare nel monte ingaggi, creando una compagine solida che sappia migliorarsi di anno in anno.

Nella Sampdoria di oggi molti giovani sono cresciuti e alcuni di loro vorrebbero fare il salto in una grande squadra.
Mauro Icardi ad esempio, già “promesso” all’Inter di Stramaccioni. Se l’idea guida della Sampdoria, come le parole di Carlo Osti confermano, è quella di puntare su giovani che onorino la maglia della Sampdoria, Mauro Icardi sarà destinato a lasciare sicuramente Genova.

Il presidente Garrone su Icardi ha una sua visione globalmente chiara.
«A volte i giovani sono assistiti bene, altre volte meno. Un ragazzo come Icardi avrebbe alla Sampdoria una situazione ideale per consolidare il suo indubbio talento ma, a volte, le sirene dei grandi club fanno si che si voglia provare subito il grande salto» e poi aggiunge «un conto è fare il titolare in Serie A, un altro fare la seconda o terza punta in una big. E’ una scelta di vita. Tanti si son bruciati, altri sono esplosi, dipende anche dalla testa che uno ha. Sicuramente, dal punto di vista tecnico, ICardi potrà fare molto bene, poi bisognerà vedere come e quanto inciderà».

Mentre un attaccante arriverà all’Inter, un altro è destinato a lasciare la sponda neroazzurra: Antonio Cassano. L’ex blucerchiato dal passato turbolento è sempre materia di discussione. Un suo ritorno sarebbe gradito a molti dei tifosi Sampdoriani, in quanto è uno che ha lasciato il segno, nel bene o nel male. Ma Garrone sembra molto convinto che un ritorno del talento di Bari Vecchia sarebbe deleterio per la Sampdoria e per lo stesso Cassano.
«Antonio è stato tre anni e mezzo alla Sampdoria e ci ha permesso di arrivare ai preliminari di Champions. Quindi ha fatto benissimo. Perché se ne è andato lo sapiamo tutti. Posso dirle che, già allora, aveva un costo eccessivo per il nostro monte ingaggi; il fatto è questo: se una società vuole tenere un certo livello per quanto riguarda gli ingaggi, tenere giocatori fuori paramentro ti condiziona le scelte sugli altri giocatori. Si rischia di avere un campione e giocatori di poco valore».
Ma la motivazione è anche un’altra: i cavalli di ritorno non è detto che si confermino al medesimo livello di quando sono partiti per altri lidi.
«A livello generale, ritengo che i giocatori di ritorno non riescano mai ad esprimersi sui livello della loro prima esperienza nel club. Inoltre, se vogliamo investire sui giovani non possiamo puntare su Cassano che ha ormai 30 anni. Intendiamoci, se ne avrà voglia, Cassano potrà fare bene anche 35 o 36 anni ma noi puntiamo sui giovani come linea societaria».

Quindi la politica dei giovani sarà la linea guida della Sampdoria del futuro, perseguendo quello che già il modello Udinese ha messo in luce, talenti sconosciuti ai più ma ben noti alla società che li dovrà monitorare costantemente nella loro crescita.
«L’udinese è una società straordinaria, lavora da anni in tal senso. Ha sotto osservazione un centinaio di giocatori. Ha un giro tale che riesce sempre a portare a casa giocatori sconosciuti ai più ma ben noti a loro. Servono gli osservatori giusti, riuscire a farli crescere e avere anche un po’ di fortuna».

Exit mobile version