2013

Garrone a 360° sulla sua Sampdoria: «Io sono un tifoso»

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Edoardo Garrone è l’uomo del momento, il patron blucerchiato è sulla cresta dell’onda e dopo che la sua Sampdoria ha ottenuto la salvezza può dare il via ai progetti per il futuro.

Quest’anno i blucerchiati hanno disputato una stagione di alti e bassi, dalle vittorie contro le big (il Milan a “S.Siro” alla prima di campionato, la Juventus nel fortino dello “Juventus Stadium”) alle sconfitte che pochi pronosticavano (vedi Siena); ma l’importante è aver raggiunto l’obiettivo principale, la salvezza.

Una salvezza che, come racconta Edoardo Garrone in un’intervista esclusiva a Calcio 2000, è stata “un po’ tribolata”: «Il giudizio è positivo, sono soddisfatto. Avrei voluto penare un po’ meno. Ad un certo punto, ci siamo trovati troppo vicini alla zona pericolosa della classifica. Sapevamo che, quest’anno, almeno 10 squadre avrebbero rischiato, sapevamo che ci sarebbe stato un forte equilibrio. Però, alla stessa stregua, avevamo anche detto che, dopo la promozione in A e dopo aver iniziato la stagione con tanti giovani, l’obiettivo era salvarsi per poi continuare a costruire».

“Continuare a costruire” è questo l’obiettivo di Edoardo Garrone, che ha ereditato dal padre Riccardo, che ci ha lasciato senza riuscire a veder realizzato il suo sogno più grande, lo stadio di proprietà. Ma la domanda sorge spontanea: quando lo vedremo realizzato questo ambizioso progetto? «Guardi, facendo l’industriale in Italia da anni, posso solo dirle che il nostro Paese sta perdendo aziende e investimenti per la troppa burocrazia che lo attanaglia. Una burocrazia che scoraggia chiunque vuole intraprendere un progetto serio. Quindi, sui tempi, non so darle una risposta. Posso dirle che, per costruire uno stadio possono servire dai due ai tre anni. Il vero problema è sapere quando arriveranno i permessi e il via libera».

Su questo punto la dirigenza blucerchiata, capitanata dallo stesso Garrone, spinge molto; sono già iniziati i contatti con gli enti interessati, con il Comune di Genova e la zona Fiera (luogo in cui dovrebbe sorgere il nuovo stadio) per far capire quali siano le intenzioni progettuali della società di Corte Lambruschini.
Tutto questo perché Edoardo Garrone ora è il primo tifoso della Sampdoria, un presidente tifoso: «Nella mia famiglia, nessuno era appassionato di calcio. Mio padre non mi ha mai portato, da piccolo, a vedere unapartita di calcio. Ricordo che da noi la- vorava una persona che era tifosa della Sampdoria. Quando avevo quattro anni, mi portò a vedere la squadra blucerchiata e così sono diventato tifoso della Sampdoria. Diciamo che lui, portando me, poteva guardarsi la partita… Il mio credo? Sono tifoso sampdoriano e mi sento addosso la responsabilità di gestire la Sampdoria come un’azienda, al pari di tutte le altre della nostra famiglia, con programmi ed investimenti seri, per fare bene nel massimo campionato italiano. Lo stadio di proprietà, un centro sportivo adeguato e un lavoro importante per la valorizzazione dei giovani. Fare della Sampdoria un’azienda in grado di sostenersi e competitiva, tenendo sempre presente del grande impatto sociale che esercita. Il tutto, con i piedi per terra e con tutto l’entusiasmo possibile».

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