Galliani contro i fondi: «I club non hanno diritto ai soldi! C'è una soluzione»
Connettiti con noi

News

Galliani contro fondi e diritti tv: «I club non hanno diritto a quei soldi»

Pubblicato

su

Adriano Galliani, amministratore delegato del Monza, si scaglia contro i fondi di private equity e la ripartizione dei diritti tv

Adriano Galliani, amministratore delegato del Monza, intervistato da Republica ha commentato la cessione del 10% delle quote ad una società di fondi private equity

DIRITTI TV – «I club di Serie A si apprestano a creare una media company, per gestire con più profitto ed efficienza i diritti tv. E mi sta benissimo. Come vogliono dividere i soldi, invece, non mi va bene. Le 20 società di Serie A si preparano a cedere il 10 per cento delle quote della nuova società a fondi di private equity, che in cambio verseranno dei soldi. E vorrebbero spartirseli fra loro. Non ha senso. Non ne hanno diritto. La nuova media company nasce per gestire i diritti televisivi dal 2021 in poi. Quindi è ovvio che i proventi della cessione di quote ai fondi dovrebbero essere distribuiti fra le società che saranno in Serie A nei prossimi anni: attraverso il meccanismo di retrocessione e promozione, non saranno le stesse di oggi. Nell’ ultimo decennio in Serie A hanno giocato 35 club diversi».

CONFRONTO – «L’ho spiegato al presidente della Lega, Paolo Dal Pino. Nulla di convincente. Anzi. I club iscritti a questa stagione stanno vendendo un bene di cui non hanno piena proprietà. I diritti del 2020-21 sono già stati venduti, principalmente a Sky e Dazn. Che incassino per il futuro è inaccettabile. Lo dico da uomo di tv, di calcio e d’azienda. Di azioni legali non voglio parlare, non è il livello a cui si deve risolvere questa questione. Il presidente della Lega di Serie B, Mauro Balata, ha scritto a Dal Pino chiedendo un confronto. Confido che si troverà una soluzione equa».

SOLUZIONI – «Ne vedo una sola, non si scappa. La Lega incassi i quattrini dei fondi, li metta da parte, e li distribuisca poi anno per anno a chi sarà iscritto alla Serie A. Se la media company venderà i diritti per nove anni, poniamo, e la quota di equity ceduta ai fondi sarà valutata 1,5 miliardi, ogni anno ci saranno oltre 160 milioni da ripartire fra chi è iscritto al campionato. Oltre ai diritti tv di ogni stagione. È facile. La Serie A non mi dà retta? Dovrà farlo. Intanto, per ragioni di opportunità, mi si fa passare per uno antico, che non vuole le novità. Ed è sbagliatissimo. Fui io il primo a chiedere la creazione di una media company. Oggi la Serie A è un’associazione non riconosciuta, gli amministratori in caso di controversie devono rispondere di tasca propria, e non è accettabile».

Copyright 2024 © riproduzione riservata Samp News 24 - Registro Stampa Tribunale di Torino n. 44 del 07/09/2021 - Iscritto al Registro Operatori di Comunicazione al n. 26692 - PI 11028660014 Editore e proprietario: Sport Review S.r.l Sito non ufficiale, non autorizzato o connesso a U.C. Sampdoria S.p.A. Il marchio Sampdoria è di esclusiva proprietà di U.C. Sampdoria S.p.A.